Incidenza dei contagi, metà provincia in “zona rossa”

Incidenza dei contagi, metà provincia in “zona rossa”

Vaccinare, vaccinare, vaccinare. E’ il mantra di questi giorni. Immunizzare la popolazione contro Covid – 19 è la strada maestra per uscire dalla pandemia e tornare a vivere un’esistenza più normale possibile.

Ma non c’è solo la campagna vaccinale, naturalmente. La diffusione del contagio non permette di dormire sonni tranquilli. «I dati crescono, pur se non in maniera preoccupante – spiega Sandro Cinquetti, direttore del Servizio Igiene e sanità -. Al momento facciamo circa 2.000 tamponi al giorno, equamente suddivisi tra molecolari e antigenici. Riscontriamo circa 100 casi positivi, il 5%, un dato in linea con il resto del Paese».

L’incidenza settimanale dei casi, ogni 100.000 abitanti, ieri era leggermente calata, attestandosi a 255 casi. Sono 12 (1 in più della settimana scorsa) i Comuni bellunesi nei quali l’incidenza supera i 500 casi, quasi tutti concentrati tra Agordino, Centro Cadore e Comelico: San Nicolò Comelico, Comelico Superiore, Pieve di Cadore, Borca di Cadore, Selva di Cadore, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana, Rocca Pietore, Alleghe, Falcade, Canale d’Agordo, Gosaldo.

Un terzo dei municipi si attesta nella fascia tra 250 e 500 casi per 100mila abitanti. Ma ci sono anche 8 Comuni bellunesi che ad oggi (19 marzo) non registrano casi di coronavirus nei loro confini: sono Danta di Cadore, Lorenzago di Cadore, Perarolo di Cadore, Cibiana di Cadore, Zoppè di Cadore, Rivamonte Agordino, Chies d’Alpago, Sovramonte.

E per quanto riguarda la pressione sugli ospedali? Cresce, ma di poco. Sono 81 i pazienti covid – positivi al momento ricoverati. Sette quelli in terapia intensiva. «La situazione è più complessa nel distretto 1  -spiega il direttore medico Raffaele Zanella – mentre nel distretto 2 c’è ancora molta capienza di posti per pazienti covid. Un esempio? Nell’ospedale di comunità di Belluno sono occupati 14 posti su 15, a Feltre solamente 2».

Siamo, insomma, in mezzo al guado. O forse un po’ di più verso la sponda della salvezza. La prossima settimana, secondo le aspettative dell’Ulss 1, dovrebbero cominciare a vedersi gli effetti delle restrizioni imposte alla regione, mentre ci vorranno circa sette giorni in più per cominciare a notare una diminuzione nei ricoveri. Ma ci sono da tenere in conto le variabili del virus, altamente infettive. «Ormai la variante inglese – spiega Cinquetti – è presente in circa l’80% dei tamponi che mandiamo a sequenziare». Ma il direttore del Servizio Igiene e sanità puntualizza anche che «Questo dato però è sovrastimato, perché i campioni che spediamo a Padova per essere sequenziati sono “selezionati”, ovvero presentano delle caratteristiche che rendono più probabile una variazione».

La variante inglese, oltre ad una maggiore contagiosità, colpisce le fasce di età più giovani. Il contagio, così, anche questa volta, passa attraverso le scuole. E nonostante la didattica a distanza. Attualmente sono 28 (- 8 rispetto a sette giorni fa) le classi in carico al Team scuola del Dipartimento di prevenzione, che presentano quindi almeno un caso positivo: 4 dell’asilo, 9 delle elementari,4 delle medie e 11 delle superiori. Sono 18 (8 in più in sette giorni) quelle in isolamento. Dall’inizio dell’anno scolastico – fa sapere l’Ulss 1- sono state prese in carico 694 classi.

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