«Impianti chiusi? Servono indennizzi sul modello tedesco e austriaco»

«Impianti chiusi? Servono indennizzi sul modello tedesco e austriaco»

 

Il nuovo Dpcm trova pareri di contrarietà, soprattutto rispetto al tema della montagna, ritenuta particolarmente penalizzata da diverse correnti politiche. Di questo avviso è anche il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo: «Non possiamo trovarci all’Epifania con albergatori e impiantisti che non sanno cosa fare l’indomani. Il Governo non vada in vacanza, inizi ora a programmare la ripartenza e studi indennizzi per l’intera area montana, sulla quale ricadono i danni delle chiusure che coinvolgono le attività turistiche». De Carlo, stila l’elenco delle priorità: «Innanzitutto, si devono prevedere degli indennizzi sul modello tedesco e austriaco, quindi sulla base dell’effettivo fatturato perso. Le stime parlano di un crollo dal 40 al 65% del fatturato dell’intero indotto, in base alle aree prese in considerazione; l’Austria, ad esempio, arriva a coprire fino all’80% delle perdite. Vuol dire che si può fare, e questo deve essere fatto al più presto».

De Carlo non ha dubbi: «I lavoratori stagionali vanno ristorati: l’esercito di dipendenti stagionali che ogni anno tiene in moto la macchina turistica invernale non può certo essere assunto in questo momento di grave crisi, e questo lavoro è la loro unica entrata. Va dato loro un ristoro più che meritato, visto che da mesi paghiamo con il reddito di cittadinanza fannulloni sul divano mentre qui parliamo di gente che vorrebbe lavorare, ma che viene lasciata a casa». C’è poi tutta la partita delle riaperture: «Servono regole certe: già gli operatori dovranno verificare l’economicità di un apertura a gennaio, mese tradizionalmente più tranquillo per le settimane bianche dopo le vacanze natalizie e in attesa di quelle di Carnevale e di Pasqua – sottolinea il senatore -. Non possono certo attendere l’ultimo giorno, come accaduto finora, per sapere cosa fare e come riaprire». 

In questo senso, l’appello di De Carlo è diretto: «C’è più di un mese, da oggi al 7 gennaio: il Governo lavori su questi temi, su programmazione e risorse. Gli indennizzi devono andare a tutte le realtà che fanno riferimento all’area sciistica: la chiusura di un impianto di risalita ha ricadute sugli alberghi, ristoranti, bar, noleggi, negozi, e su tutta la filiera legata all’indotto dell’accoglienza e dei pubblici esercizi che va dai fornitori di cibo e bevande alle aziende che si occupano di manutenzione, fino ai produttori agricoli e vitivinicoli. La montagna va sostenuta in maniera diversa, sta vivendo una grave crisi da ben prima del lockdown e politiche dedicate alla tutela dei suoi residenti e lavoratori sono assolutamente giustificate». 

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