Il gallo di Auronzo “punzecchiato” tre volte: una storia di confini. E di astuzia

Il gallo di Auronzo “punzecchiato” tre volte: una storia di confini. E di astuzia

 

Nel 1700, gli abitanti d’Auronzo iniziarono ad aumentare. E, con loro, crebbero pure gli animali da pascolo: la prima fonte di sostentamento. Capre, mucche e pecore servivano per il latte, ma non solo. 

I pascoli della valle, a un certo punto, non bastarono più. Tant’è vero che la popolazione fu costretta a cercare nuove distese erbose. A quei tempi poi non c’era una compravendita vera e propria: chi usufruiva per lungo tempo di un terreno ne diventava proprietario. Quasi in modo automatico: niente firme, niente notai.
Ma si narra che la pace tra confinanti durò poco, soprattutto con gli abitanti di Dobbiaco, che non gradivano l’espansione sulle loro terre. Anni, forse secoli di liti di vicinato.
Fino a quando, secondo la leggenda, venne stabilito che due donne, una di Dobbiaco e una di Auronzo, dovessero mettere fine alla diatriba tra paesi.
Come? Per delimitare il confine tra le località, la donna di Auronzo sarebbe partita a piedi con una pietra in mano, attraverso la Val d’Ansiei verso Misurina. E quella di Dobbiaco avrebbe fatto lo stesso, percorrendo la valle opposta del Rienza e del Popena. 
C’erano due guardie di Dobbiaco a sorvegliare la donna di Auronzo e due di Auronzo a sorvegliare quella di Dobbiaco: entrambe dovevano partire lo stesso giorno, al cantare del gallo.
Ovviamente, la più veloce avrebbe posto la pietra di confine.
La donna auronzana era molto astuta: infatti, fece sedere accanto al focolare le guardie. Le quali, tra un bicchiere di grappa e uno di vino, si abbandonarono tra le braccia di Morfeo.
Lei invece si mantenne ben sveglia, sferruzzando a maglia. Ancor prima che l’alba salutasse il nuovo giorno, punzecchiò il gallo con il ferro da calza per ben tre volte. E questo cantò così forte che le guardie saltarono dalla panca.
Si misero così in cammino con largo anticipo, rispetto alla donna di Dobbiaco. E accumularono un vantaggio davvero notevole, tanto che l’auronzana attraversò Misurina con il suo bel lago e, dopo una lunga discesa, incontrò l’altra donna al Ponte della Marogna.
Lì fu messo il cippo di confine. E lì finirono le liti tra gli abitanti dei due paesi.
Tra storia e leggenda, il gallo figura tuttora negli stemmi di Auronzo.
Lo si può trovare pure sulla cupola della chiesa della Madonna delle Grazie. Si innalza in ferro battuto e ha tre buchi sulla pancia: quelli inferti per farlo cantare.

 

CURIOSITÀ

A salutarci all’entrata di Auronzo troviamo due leoni sulla diga di Santa Caterina.
È il paese ai piedi di splendide montagne: Tre Cime di Lavaredo, Cristallo, Marmarole, Cadini di Misurina e non solo.
Chi vi passa può assistere a uno spettacolo naturale che lascia senza fiato: il fenomeno dell’Enrosadira, quando le Dolomiti che si tingono di rosa all’alba e al tramonto
Visibile non solo da qui, ma da altri luoghi che vi faremo presto conoscere.
Alla prossima leggenda!

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