Un mandato forte e chiaro per Zaia: autonomia. La chiede il Bard alla luce delle ultime elezioni regionali. Nel frattempo sono passati quasi tre anni dal plebiscito per l’autogoverno indetto dalla Regione Veneto. E i risultati concreti latitavano anche quando al governo, a Roma, c’erano le sponde leghiste di Erika Stefani (ministro agli affari regionali) e Matteo Salvini (vice premier). Chissà cosa fa pensare che adesso, con un esecutivo diverso, la partita possa cambiare…
Tant’è: «Il voto di domenica e lunedì ha di fatto creato un partito territoriale autonomista – commenta il presidente Bard, Andrea Bona -. I veneti e i bellunesi vogliono il riconoscimento costituzionale della loro autonomia. Bisognerà vedere se Zaia avrà il coraggio di portare avanti con decisione le richieste dei veneti, scardinando l’attuale sistema che non porterà alcuna autonomia al Veneto e tanto meno alla provincia di Belluno. Se dovesse finalmente intraprendere la strada che porta all’autonomia bellunese, siamo pronti a collaborare».
Ad analizzare il voto a livello provinciale è Marinella Piazza. «La nostra partecipazione a questa tornata è stata un grande esempio di democrazia: visti i tempi ristretti, credo non si potesse fare di più – afferma la candidata nella lista di Simonetta Rubinato -. Nonostante tutto, abbiamo ottenuto il miglior risultato tra tutte le province venete e abbiamo raccolto consensi in quasi tutto il Bellunese, fatta eccezione per soli due Comuni. Grande riscontro abbiamo ottenuto in Cadore, nello Zoldano e in Agordino, cioè in quella montagna meno “sponsorizzata” ma che vive quotidianamente i problemi e i disagi delle terre alte. È un risultato dal quale ripartire con la consapevolezza che c’è ancora spazio per una politica realmente vicina al territorio».