Giapponese? Ora il sake è pure italiano grazie al feltrino Nicola Coppe

Giapponese? Ora il sake è pure italiano grazie al feltrino Nicola Coppe

 

È una bevanda tipica giapponese. Ma adesso c’è pure la rivisitazione italiana, all’insegna della qualità. E della bellunesità. Spiccano anche il sapere, la preparazione e la professionalità della provincia dolomitica all’interno del primissimo sake italiano: un prodotto nuovo, figlio di un progetto lungimirante, destinato a proporre anche nel Belpaese la celebre bevanda orientale. 

Tutto merito del microbiologo feltrino Nicola Coppe: il “mago” delle birre acide, abile ad addomesticare lieviti e batteri, ha trovato una vera e propria musa ispiratrice nel koji. Ovvero, in un fungo filamentoso: la chiave per produrre l’innovativo sake. 

«Tutto è nato dall’intuizione di un fine gastronauta come Misal Memeo – racconta Coppe -. Il quale mi ha coinvolto nella prospettiva di declinare il riso Carnaroli, prodotto icona di Pavia, in un nuovo scenario». Dal riso al sake il passo è stato breve, ma non troppo. Perché serviva lo stratega delle trasformazioni: il numero uno in Europa delle birre acide. «Nessuno in Italia produce sake – prosegue Coppe -. Una bevanda che ha bisogno di essere raccontata, ma che deve essere soprattutto buona. Così, abbiamo condotto un bellissimo viaggio nello studio di una bevanda a cui mi sono appassionato subito e in maniera profonda». 

Da qui è nata l’azienda “Riso Sake”: «Durante il processo di trasformazione, cerchiamo di sfruttare e valorizzare in ogni passaggio la materia prima di partenza, secondo un approccio circolare». La bevanda è molto delicata: «Può essere gustata tiepida, ma attenzione. Non si tratta di un prodotto distillato: sarebbe come confondere il vino con la grappa. Non a caso, si accompagna al meglio con i piatti di pesce. Anche e soprattutto crudo». 

No, questo non è affatto un salto nel vuoto. È un progetto ponderato in ogni aspetto: «Vero, ci inoltriamo in un mercato di nicchia, che però può essere ampliato. Anzi, ne vogliamo creare uno nostro: il vantaggio è che non abbiamo competitor, la sfida è di far sì che non resti solo una bevanda di tradizione giapponese. Perché utilizziamo solo ingredienti italiani». E allora, in alto i calici: cin cin col sake.

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto