Fondo Welfare con vista sul 2023: «Continuiamo a fare rete»

Fondo Welfare con vista sul 2023: «Continuiamo a fare rete»

«Anche nel 2022 abbiamo portato avanti attività a favore dei bellunesi, delle famiglie, delle donne e delle comunità locali. E abbiamo fatto rete tra le diverse realtà che animano il territorio provinciale. Nel 2023 vogliamo continuare su questa strada, convinti che – come quando si va in montagna – la cordata più affiatata è quella che arriva più facilmente in vetta». Lo dice la presidente del Fondo Welfare e Identità Territoriale, Francesca De Biasi, nel tratteggiare l’attività portata avanti nel 2022.

Un’attività che si è concentrata su quattro macro-temi, con l’obiettivo di coprire con servizi efficaci aree di necessità del territorio. A cominciare dal sostegno abitativo d’emergenza per le donne vittime di violenza. Dal 1° aprile 2021 infatti il fondo si occupa di pagare i primi tre giorni di accoglienza in una struttura alberghiera aderente all’iniziativa, di donne e bambini che subiscono maltrattamenti, su indicazione e accompagnamento delle forze dell’ordine. Il progetto ha visto la collaborazione di Federalberghi ed è coordinato dalla Prefettura, con la quale è stata stesa un procedura operativa. «Su richiesta delle forze di polizia, e grazie al contributo del club Inner Wheel, quest’anno abbiamo individuato delle strutture anche nelle due città di Belluno e Feltre, prima assenti, e aumentato di un giorno la possibilità di accoglienza» spiega De Biasi. «Nei primi mesi dell’anno verrà organizzato un evento formativo per gli esercenti a maggior contatto con il mondo femminile finalizzato a creare “sentinelle”nel territorio capaci di riconoscere il fenomeno e indirizzare chi ne è vittima».

La seconda area di intervento è stata lo sportello lavorativo per il rientro. A fine 2021 il Fondo ha finanziato in partnership con il Consorzio Bim Piave un iniziativa dell’associazione Bellunesi nel Mondo finalizzata a creare uno sportello online del lavoro. «I giovani bellunesi emigrano per cercare lavoro e lo dimostra un’indagine del 2020 promossa dal fondo su 1.580 bellunesi residenti ed emigrati negli ultimi 5 anni. Ora è attiva la pagina dove è possibile caricare lavori e, per i residenti all’estero, prendere visione delle possibilità lavorative» spiega De Biasi. «L’iniziativa ha avuto risultati inattesi per quanto riguarda la risposta degli aspiranti lavoratori, ma ha evidenziato un problema importante, quello abitativo. Per il 2023 il Fondo cercherà di analizzare questo problema perché chi desidera tornare o arrivare in provincia non trova ad oggi con facilità soluzioni abitative in affitto». 

La terza ha visto la prosecuzione del progetto “Il mio nido è in montagna”, per sostenere le rette dei nidi di montagna per le famiglie a minor reddito. Quest’anno il Fondo ha ricevuto un contributo dall’Ascom e da alcuni imprenditori in collaborazione con il Rotary Club di Belluno proprio per questa iniziativa. Prima di Natale, i nidi sopra i 600 metri di quota hanno ricevuto il volantino dell’iniziativa e i moduli per l’adesione delle famiglie con Isee sotto i 15.000 euro. 

Ma il Fondo si è concentrato anche su una necessità nata dalla contingenza nel marzo 2022. Vale a dire il sostegno ai profughi ucraini. «Poco dopo lo scoppio della guerra, i bellunesi hanno mostrato la loro solidarietà accogliendo donne e bambini scappati dalla loro terra e cercando nelle forme diverse di dar loro sostegno e supporto. Il Fondo anche in questo ha fatto la sua parte, attivando un raccolta libera e rispondendo a due richieste, una relativa alle modalità per accogliere nel modo più rispettoso persone con bagagli ricchi più che di abiti di traumi, fatta dai volontari e dalle famiglie; l’altra di sostenere gli spostamenti dei profughi, a volte ospitati in luoghi periferici e necessitanti di supporto per l’uso dei mezzi pubblici» spiega ancora De Biasi. «Come fatto per il Covid, sono stati proposti con la Provincia due webinar rivolti a volontari, famiglie e insegnanti con la dottoressa Stefania Sacchezin – esperta in psico-traumatologia – finalizzati a comprendere da un lato come accogliere i profughi, dall’altro come spiegare ai bimbi e ragazzi la guerra. È stato inoltre costituito un fondo per gli spostamenti tramite i mezzi di Dolomiti Bus». 

«A qualche anno dall’avvio della sperimentazione del Fondo, possiamo dire che è stata testata la sua utilità per le comunità bellunesi e la sua efficacia su alcuni temi specifici, con il valore aggiunto di fare insieme le cose, come mostrano le sinergie messe in campo per ogni iniziativa. Penso al Rotary, a Inner Wheel, a Federalberghi, al Consorzio Bim, all’associazione Abm, all’Ascom, a Dolomiti Bus, a Confindustria, ai lavoratori di oltre 40 imprese e ai dipendenti della Provincia, che ogni mese donano 1 euro del loro stipendio al Fondo» conclude la presidente De Biasi. «Ci auguriamo anche nel 2023 di poter lavorare a beneficio del territorio, facendo squadra con tutti coloro che hanno a cuore il futuro della montagna bellunese».

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