Feltre riscopre la sua storia. E la riscrive. O meglio, la ristampa. Prende corpo il progetto pilota inserito all’interno dell’Interreg Hereditas Virtual Claudia Augusta e che fa parte della grande pianificazione del nuovo museo archeologico.
Con la collaborazione della Famiglia Feltrina e del ricercatore Matteo Melchiorre, è stato trascritto il manoscritto seicentesco “Marmi et Inscritioni antiche della città di Feltre” di Daniello Tomitano, personaggio particolare che si può considerare il primo storico feltrino. «Ora l’obiettivo – spiega l’assessore alla cultura di Feltre, Alessandro Del Bianco – è di arrivare all’edizione stampata. Ringrazio la Famiglia Feltrina per la collaborazione nel seguire alcune parti scientifiche legate al progetto».
Il manoscritto, conservato attualmente nella biblioteca di Jesi, è l’unica opera giunta fino a noi di quelle realizzate da Tomitano, poliedrico storico e collezionista di antichità, vissuto a Feltre tra la fine del ‘500 e gli inizi del ‘600. «Il manoscritto – spiega il ricercatore Matteo Melchiorre – dedicato ai marmi e alle iscrizioni antiche di Feltre, è una raccolta di vari materiali che Tomitano disegna, descrive, interpreta, cercando di raccoglierli in un trattato di storia antica feltrina». Un trattato, come si legge nel testo della delibera di giunta che dà il via al progetto, «Costituisce fonte primaria di ricerca, risorsa cui attinse preziose informazioni anche lo storico Antonio Cambruzzi per la stesura della sua monumentale opera “Storia di Feltre”, a tutt’oggi uno dei riferimenti imprescindibili sull’argomento».
Lo scritto autografo di Tomitano non verrà però semplicemente trascritto in stampa: «Ne verrà fuori un’edizione critica – prosegue Melchiorre – perché la natura stessa dell’opera ne impone anche il riassemblaggio , dato che si tratta di testi realizzati in vari momenti e non tutti consequenziali gli uni agli altri. Ci sarà poi una quantità adeguata di strumenti che faciliteranno al lettore la comprensione del testo»