Esempi virtuosi di fattoria sociale: la testimonianza della cooperativa La Fiorita

Esempi virtuosi di fattoria sociale: la testimonianza della cooperativa La Fiorita

“L’agricoltura motore del nuovo welfare”. A Treviso, 300 associati di Coldiretti Veneto, giovani, donne e senior provenienti da tutte le province hanno presentato ieri (6 aprile) il patto intergenerazionale per la società. 

Durante l’incontro, per rafforzare il concetto di concretezza della convivenza delle attività sociali e agricole, è stato presentato il caso della cooperativa La Fiorita di Cesiomaggiore che, grazie all’attività di lavorazione dei cereali tipici bellunesi, si occupa anche di accoglienza di persone fragili tramite l’accordo con l’unità sanitaria locale. La storia raccontata da Marco Casagrande, giovane agricoltore, con la testimonianza del presidente Eugenio Garlet, è stata illustrata con un video come esempio di lungimiranza dell’introduzione delle attività sociali nell’agricoltura, un progetto virtuoso di rete sul territorio, che produce integrazione solidale.

Ad applaudire in prima fila c’era Chiara Bortolas, presidente di Coldiretti Belluno, da sempre sostenitrice dell’economia sociale. Nel ruolo di ‘capitana’ delle donne dell’agricoltura è stata artefice del percorso legislativo in Regione del Veneto. «I servizi alla collettività, la cura e il benessere verso il prossimo rispondono alle esigenze delle famiglie» ha detto. «Valorizzare queste realtà è strategico anche per il sistema socio sanitario regionale».

La vocazione delle aziende agricole all’accoglienza delle persone fragili trova proprio nella famiglia contadina una particolare connotazione. Un potenziale espresso da centinaia di operatori agricoli che è stato disciplinato dalla Regione del Veneto intervenuta con una norma facendo da apripista in Italia. Dopo dieci anni dall’approvazione della legge regionale e in considerazione anche della sopravvenuta normativa statale, Coldiretti attraverso i suoi movimenti ha presentato una proposta di aggiornamento.

FATTORIE SOCIALI

Il tema dell’economia solidale sta a cuore all’assessora regionale alla Sanità e Sociale Manuela Lanzarin che ha seguito l’intero programma della mattinata a Treviso. «La Regione del Veneto è stata apripista della legge regionale 2 anni prima di quella nazionale del 2015: dirigenti, operatori e politici hanno saputo ascoltare le esperienze dal basso, e costruire attorno il provvedimento normativo» ha detto Lanzarin. «Sono 36 le fattorie sociali iscritte all’elenco e praticano inserimenti lavorativi tramite percorsi istituzionali, innovativi e provvedimenti specifici anche sperimentali. 200 le persone che afferiscono al mondo della disabilità e salute mentale, passando per ex detenuti, che oggi sono soggetti fragili». 

Le aziende agricole offrono aria aperta, spazi verdi che sono un toccasana rispetto a qualsiasi altro intervento e creano circolarità, economia generativa,

Per entrare nel merito delle realtà preposte, Coldiretti Veneto ha mostrato in un video l’azienda agricola di Rovigo che insieme ai fiori coltiva l’inclusione. A seguire il caso di un’associazione di donne con la fibra d’ortica tessono relazioni in un’isola della Laguna Nord, una cooperativa agricola bellunese in rete con il territorio che promuove l’integrazione sociale. 

DEMOGRAFIA E AGRICOLTURA

 «Nel 2050 il Veneto conterà un milione di abitanti in meno, secondo recenti stime demografiche – ha detto in conclusione il presidente di Coldiretti Veneto Carlo Salvan -. L’agricoltura giocherà un ruolo strategico nel contrasto dell’impoverimento sociale, presidiando i territori più delicati e i Comuni più piccoli, dando una speranza, risorse e terreni ai giovani che vogliono sviluppare la propria azienda, stabilire la propria famiglia e contrastare così anche la denatalità. Il pragmatismo è fondamentale. Per preservare l’agricoltura ed evitare che un laboratorio si sostituisca alla sapienza di chi lavora la materia prima agricola, favorendo il cibo sintetico e omologato, è indispensabile il rapporto con le istituzioni e con la politica. In Europa si giocano partite importantissime per il settore agricolo e non solo. C’è bisogno di un’Unione Europea che conduca al futuro, anche con le migliori risorse italiane».

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