Otto ore di sciopero alla Epta – Costan di Limana. Nei giorni scorsi l’azienda, alle prese con un calo produttivo dovuto alla difficile situazione internazionale, ha annunciato che non rinnoverà tutti i 253 contratti dei lavoratori a termine somministrati in scadenza nei mesi di novembre e dicembre.

Una decisione che non è piaciuta alle organizzazioni sindacali, che al termine delle assemblee con i lavoratori hanno proclamato lo stato di agitazione con blocco dello straordinario e delle flessibilità, e indetto una serie di scioperi per l’intera settimana. Si comincia oggi (22 novembre) con le prime due ore di sciopero a fine turno. Domani le ore di stop saliranno a 4 (sempre a fine turno). Infine, 2 ore di sciopero sono state decise anche per giovedì. Domani e giovedì, inoltre, previsti anche due presìdi (alle 10 e alle 18) fuori dei cancelli dell’azienda di Cesa di Limana.

«L’azienda fino a ieri riteneva questi lavoratori indispensabili per produrre utili, mentre oggi li fa diventare vittime di un “fisiologico assestamento occupazionale”. Come organizzazioni sindacati pretendiamo dalla dirigenza di Epta Costan un impegno etico e sociale. Noi, dal nostro canto continueremo a combattere ogni tipo di precarietà e con forza sosteniamo questi scioperi per la dignità di lavoratrici e lavoratori», dichiarano  i sindacati dei metalmeccanici bellunesi.

Anche il Nidil Cgil di Belluno aderisce allo stato di agitazione e agli scioperi sottolineando che questa posizione dell’azienda non sarà accettata e che non saranno le lavoratrici e i lavoratori precari somministrati a pagare ancora una volta le conseguenze delle logiche del mercato. «Queste persone non sono numeri, ma sono donne, uomini, rappresentano famiglie, impegni e sacrifici e non è tollerabile che siano sempre loro a vedere disattesa, per l’ennesima volta, ogni aspettativa di stabilità!».