Emergenza idrica in Alpago: saranno riattivate le vecchie opere di presa

Emergenza idrica in Alpago: saranno riattivate le vecchie opere di presa

L’emergenza idrica in Alpago continua a tenere banco. Da settimane si vive sul filo di un equilibrio sottile, tra razionamenti notturni, rifornimenti con autobotti e interconnessioni tra impianti, che stanno garantendo l’erogazione idrica giornaliera.

Ma a differenza della parte ala della provincia, dove le recenti piogge hanno rinvigorito in parte le sorgenti, nelle opere di presa del Venal e di Caotes (da cui dipendono le frazioni di Puos, Farra e Pieve in comune di Alpago e le località di Lavina, Soralavina e Borsoi a Tambre) la disponibilità d’acqua continua ad essere molto ridotta.

Nonostante le indubbie difficoltà, nel lungo weekend di Ferragosto (con la Conca presa d’assalto dai turisti) la fornitura idrica è rimasta stabile, grazie alle varie misure messe in atto da Bim Gsp, in primis l’interconnessione temporanea tra i vari sistemi acquedottistici.

I temporali hanno parzialmente mitigato il problema, facendo aumentare i livelli delle vasche di accumulo. Ma l’equilibrio idrico resta molto fragile. Si attendono però nuovi temporali nei prossimi giorni. Bim Gsp valuterà, quindi, la possibilità di sospendere temporaneamente i razionamenti notturni. Restano in vigore, fino a nuova indicazione, le ordinanze di limitazione dei consumi già emanate dalle amministrazioni comunali e l’obbligo tassativo di utilizzare l’acqua di acquedotto per i soli usi alimentari e igienico-sanitari.

Di presente e delle azioni future si è discusso nell’incontro tenutosi al Centro operativo comunale del Comune di Alpago: attorno al tavolo i sindaci dei Comuni della Conca, i rispettivi tecnici comunali, oltre a quelli dell’Unione montana e di Bim Gsp.

Per migliorare l’approvvigionamento idropotabile nel medio e lungo termine è stata decisa la riattivazione immediata di opere di prese dismesse: tra queste, il pozzo in località Caotes, le sorgenti Le Poste e Mont, ma anche l’utilizzo dell’acqua sottratta dalla frana del Tessina e incanalata nella galleria drenante del Monte Teverone. In parallelo, proseguirà l’attività di ricerca e riparazione delle perdite con ditta specializzata, estesa a tutta l’area dell’Alpago.

Tra le opere più urgenti da realizzare, l’interconnessione tra il maggiore acquedotto dell’Alpago, alimentato dalle sorgenti del Venal di Funesia e che arriva in Cansiglio, con il principale serbatoio partitore che distribuisce l’acqua a Puos e Farra. Un intervento da 610mila euro, che Gsp ha già richiesto al Commissario straordinario per l’emergenza idrica.

C’è poi, in prospettiva, tutta la partita della digitalizzazione delle reti, la modellazione idraulica e la distrettualizzazione delle condotte. Azioni necessarie per diminuire il tasso di dispersione idrica e che Bim Gsp realizzerà nel corso degli anni in tutta la provincia e per le quali ha già presentato un progetto a valere sui fondi Pnrr.

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