Due acquirenti per la Safilo di Longarone, sarebbero salvi i 458 dipendenti

Due acquirenti per la Safilo di Longarone, sarebbero salvi i 458 dipendenti

Non uno, ma due. Raddoppiano i compratori di Safilo. E di conseguenza, si moltiplicano le possibilità di salvare in un colpo solo il sito produttivo e i 458 posti di lavoro. Mancano solo l’ufficialità e la conclusione positiva degli accordi, ma a quanto pare sarebbero a un livello molto avanzate le trattative con due compratori.

Lo comunica la stessa società, che nei mesi scorsi aveva attivato una lunga serie di contatti con alcuni suoi storici competitor. Ad assorbire i dipendenti sarebbero non solo Thelios (che ha il cuore pulsante a pochi passi dalla fabbrica Safilo proprio a Longarone), ma anche l’imprenditore udinese Carlo Fulchir, uno che è partito da un piccolo laboratorio di elettronica ed è arrivato a fondare un piccolo impero (e che tra le altre cose ha reindustrializzato il sito Safilo di Martignacco). 

«Facendo seguito alle precedenti comunicazioni della società in merito alla cessione dello stabilimento di Longarone – si legge in una nota ufficiale dell’azienda -, Safilo informa che sono in fase avanzata trattative con l’imprenditore Carlo Fulchir che, congiuntamente alla potenziale operazione con Thelios Spa già comunicata, consentirebbero la conservazione del know-how del sito e la totale ricollocazione degli attuali 458 lavoratori. La società auspica che, grazie al consueto pieno coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni, l’intero processo possa arrivare a una rapida definizione».

LE REAZIONI

La notizia ha fatto subito il giro dei lavoratori, dei sindacati e delle istituzioni. Prudente soddisfazione da Regione e Comune di Longarone, in attesa dell’ufficialità e della conclusione delle trattative.

«Come ha annunciato la stessa Safilo in sede regionale ci sarebbero interlocuzioni avanzate con un secondo soggetto imprenditoriale del settore dell’occhialeria, oltre a Thelios Spa: ciò consentirebbe di ottenere il saldo occupazionale zero rispetto alla decisione di fuoriuscita da Longarone. È una notizia che consente di intravvedere una prospettiva positiva perché in primo luogo verrebbe garantita l’occupazione nel medesimo settore a tutti i lavoratori di Safilo, valorizzandone quindi le competenze, e in secondo luogo ciò permetterebbe di valorizzare tutti gli immobili dell’azienda oggi presenti a Longarone» afferma l’assessora regionale al lavoro, Elena Donazzan. «La Regione segue la vicenda dello stabilimento di Longarone di Safilo dal primo giorno in cui sono emerse le criticità espresse dall’azienda e continueremo a monitorare la situazione in queste fasi che rappresentano una svolta significativa della situazione. Approfondiremo in tempi rapidi questo progetto industriale con l’obiettivo di consentire alle parti sindacali e aziendali di raggiungere il miglior accordo possibile nell’interesse dei lavoratori del territorio e delle imprese. Ci rendiamo disponibili a favorire questo primo confronto già nei prossimi giorni».

IL COMUNE DI LONGARONE

«Aspettiamo di avere l’ufficialità della conclusione positiva delle trattative e di approfondire il piano industriale: se sarà tutto confermato, potremo parlare di un grande risultato, per i lavoratori e anche per il territorio di Longarone e dell’intera provincia» sottolinea il sindaco Roberto Padrin. «La priorità è sempre stata (ed è tuttora) quella di salvare i posti di lavoro, dal primo all’ultimo, perché dietro gli oltre 450 lavoratori di Safilo ci sono altrettante famiglie. Ma subito dopo l’obiettivo era ed è quello di salvare la continuità produttiva dello stabilimento, con il suo know-how e le sue maestranze, non solo per la storicità ma anche e soprattutto per la capacità di produzione che rientra nei valori aggiunti del made in Italy, e quindi dell’occhiale “fatto a Belluno”. La soluzione che viene prospettata ora persegue entrambi gli obiettivi. Ripeto: speriamo che venga confermata, perché darebbe finalmente un po’ di certezze e di respiro a tutti i lavoratori che da mesi soffrono le incognite di un futuro incerto e di una precarietà professionale fastidiosa. A breve convocheremo il Comitato di sorveglianza socio-istituzionale proprio per fare il punto della situazione e chiedere la conferma di quanto ci viene detto oggi. Ringrazio l’assessore regionale Elena Donazzan: come aveva già fatto in altre crisi industriali del Bellunese, anche stavolta ha lavorato per risolvere le criticità, mettendosi a disposizione del territorio, insieme alla struttura regionale dell’Unità di crisi. Grazie anche ai sindacati e ai rappresentanti dei lavoratori, che con impegno e grande professionalità hanno lavorato a testa bassa, senza mai esasperare i toni, attenti e focalizzati sull’obiettivo comune. Ci auguriamo di poter archiviare una volta per tutte la stagione delle crisi industriali».

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