Discriminazioni e molestie nei luoghi di lavoro: aumentano i casi

Discriminazioni e molestie nei luoghi di lavoro: aumentano i casi

“Le discriminazioni e le molestie nei luoghi di lavoro”. Un problema sentito anche a Belluno. E, non a caso, al centro di una mini-rassegna di seminari organizzati dalla consigliera di parità della Provincia di Belluno Flavia Monego in collaborazione e sinergia con i sindacati (Cgil, Cisl e Uil). 

«Un’iniziativa rivolta alle Rsu aziendali – spiega Monego – per coltivare una cultura diversa della parità di genere, a partire dai luoghi di lavoro. Infatti, nonostante negli ultimi anni si sia parlato molto di pari opportunità, e la normativa si sia arricchita di importanti strumenti antidiscriminatori, le discriminazioni e il divario di genere persistono, anche in provincia di Belluno». 

SEMINARI 

Due i seminari organizzati all’interno della mini-rassegna, entrambi dalle 8.30 alle 12.30 nell’aula magna dell’istituto Segato (in piazza Piloni), introdotti dalla consigliera di parità e dai rappresentanti delle sigle sindacali. Il primo giovedì prossimo (28 aprile) con l’intervento di Davide Piol (vice presidente di Confindustria Belluno Dolomiti) e dell’avvocata Sabrina Bellumat, che tratterà il tema delle “Discriminazioni e molestie sul luogo di lavoro: strumenti di tutela e prevenzione”. Il secondo seminario invece è in programma giovedì 12 maggio con gli interventi di Cinzia Teodoro (ispettorato del lavoro) e Lucia Basso (esperta in contrattazione, politiche di genere e pari opportunità) che spiegheranno il ruolo delle Rsu.

IN PROVINCIA

Il Bellunese non è esente dal problema della violenza di genere. «Da quando sono consigliera di parità, mi sono occupata di casi che variano dalla discriminazione di genere, alla violenza fino allo stalking» spiega Flavia Monego. «Mi sono occupata anche di persone che si sono rivolte a me per discriminazione sull’orientamento sessuale». «Il 65% delle donne in Italia ha subito molestie o discriminazioni. Normalmente è la parte più forte che molesta o discrimina la parte più debole, e la conseguenza è il senso di vergogna da parte di chi subisce. Quindi bisogna parlarne, perché il sentimento della vergogna va scardinato all’origine» afferma Denise Casanova (Filctem Cgil), insieme a Mauro De Carli (Cgil) e Stefano De Bona (Fiom). «Porto ad esempio due casi bellunesi, di cui uno che ho seguito direttamente, che ha portato al licenziamento del molestatore. Un caso positivo perché dimostra che si può difendersi e avere giustizia. Il secondo caso invece rappresenta una molestia perpetrata nel tempo, con ingenti danni fisici subiti dalla lavoratrice, la quale alla fine – mal consigliata – ha rinunciato a posto di lavoro. Due casi contrastanti, figli della paura, con esiti diversi. Ecco perché è importante una iniziativa come quella portata avanti dalla consigliera di parità». 

DIGNITÀ

Sull’importanza dei seminari formativi è d’accordo anche Milena Cesca (Femca Cisl), insieme a Teresa Merotto e Alessia Salvador (coordinamento Cisl): «C’è una cultura nel nostro Paese che è malata: spesso si fa fatica a capire il confine tra la battuta e situazioni pesanti. Il primo obiettivo quindi è la prevenzione». L’aumento dei casi è rilevato pure dalla Uil. «Nei primi quattro mesi del 2022 abbiamo già registrato tre casi che si sono rivolti a noi – spiega Sonia Bridda (Coordinamento pari opportunità Uil) -. Si tratta di casi di violenza verbale su due ragazze e un ragazzo, bersagliati dal datore di lavoro. Tre casi in quattro mesi è un dato importante da tenere sotto controllo».

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