Piccolo è bello, dice qualcuno. Salvaguardare le identità e i campanili, predica qualcun altro. La realtà è che le fusioni convengono: lo dice la matematica. In dieci anni, i Comuni bellunesi che si sono fusi hanno portato a casa la bellezza di 40 milioni di euro. Tutte risorse che poi sono state utilizzate per erogare servizi e migliorare la vita ai cittadini. La somma arriva dall’analisi di Fondazione Think Tank Nordest. E parla chiaro.
IL VENETO
Da dieci anni, ormai, sono operativi i contributi statali destinati alle fusioni di Comuni. Introdotti dal Decreto Legge 95/2012, inizialmente prevedevano l’erogazione al nuovo ente, per un periodo di dieci anni, di un contributo pari al 20% dei trasferimenti statali 2010 spettanti ai municipi che si sono fusi. L’incentivo è stato successivamente innalzato fino al 60% e anche l’importo massimo spettante a una fusione è stato aumentato, passando da 1,5 a 2 milioni di euro. Pochi giorni fa, il Ministero dell’Interno ha stanziato la nuova tranche di contributi statali dedicati alle fusioni di Comuni. Secondo l’analisi della Fondazione Think Tank Nord Est, in Veneto arriveranno altri 11 milioni di euro, per un totale di oltre 65 milioni di euro dal 2014 a oggi.
IL DETTAGLIO
Longarone, tra i primi Comuni fusi del Bellunese riceve quest’anno l’ultima tranche di contributi statali, per 1,2 milioni di euro. Dal 2014, anno del matrimonio con Castellavazzo, a oggi totalizza 10 milioni. Anche Quero Vas sta per ricevere l’ultima annualità di contributi (da 584mila euro): in tutto, sono 5 milioni di euro.
La parte del leone però la fa Borgo Valbelluna, la fusione più grande dell’intero Veneto (con tre municipi e quasi 14mila abitanti): l’unione tra Mel, Trichiana e Lentiai è operativa da cinque anni e quest’anno porterà nelle casse comunali 1,9 milioni di euro; la somma già incassata sfiora i 10 milioni.
Grandi risorse anche per Alpago (in foto il municipio di Pieve): 1,2 milioni quest’anno, 8,4 in totale; mentre per Val di Zoldo si arriva a poco meno di 5 milioni con 726mila euro di assegno quest’anno.
Cifre a cui avrà diritto anche l’Unione Setteville, vale a dire il nuovo Comune che nascerà dalla fusione tra Quero Vas e Alano di Piave: il referendum si celebrerà in autunno, elezioni comunali la prossima primavera.
IL QUESITO
La domanda che resta è una sola: come faranno i Comuni fusi una volta terminate le risorse statali? Sì, perché i contributi pro-fusione non sono infiniti. Dopo dieci anni finiscono…