Al taglio del nastro, a Roma, venerdì sera, c’erano la ministra Santanché e Lino Banfi. E l’impressione che sia un treno da vip fa fatica a passare, anche dopo una notte di viaggio sui binari difficili del Bellunese. Sarà solo il tempo a dire se l’espresso Cadore potrà avere un futuro roseo. E soprattutto se piacerà ai turisti, per i quali è nato. Chi pensa che possa essere un servizio per viaggiare verso Cortina, resterà deluso: è un treno turistico in cui l’esperienza vale il prezzo del biglietto. Caro, tra l’altro.
Ieri mattina (16 dicembre) nel gelo della stazione di Calalzo, era folto il comitato di accoglienza del treno, partito la sera prima da Roma Termini: amministratori locali e curiosi. Del resto, erano 12 anni che non c’era un treno diretto dal Cadore alla capitale. Una cinquantina i passeggeri che sono scesi, riposati dopo una notte in cuccetta, per salire sui pullman di Dolomitibus diretti a Cortina.
Il viaggio costa fino a 610 euro, per chi sceglie di viaggiare in cabina grande, a 4 posti, con uso esclusivo. C’è la cena compresa e il viaggio è senz’altro un’esperienza. Per chi invece vuole spendere meno – ma poi, se vai a Cortina, che senso ha fare il braccino corto – si arriva a 160 euro, con un posticino in una cuccetta da 6. Il prossimo vagone percorrerà la tratta Roma-Calalzo venerdì prossimo. Ci sono ancora parecchi posti liberi. Per il ritorno dei viaggiatori che ieri sono arrivati a Cortina, invece, partenza stasera alle 21 da Calalzo, arrivo a Roma Termini poco prima delle 7.
