De Menech punta sul Pnrr: «Potenziare ospedali ed estendere i servizi»

De Menech punta sul Pnrr: «Potenziare ospedali ed estendere i servizi»

«Continuo a ricevere informazioni e proteste sui disservizi del sistema sanitario bellunese. Il Pnrr sia lo strumento per potenziare, ripeto potenziare, gli ospedali di Feltre e Belluno. I sindaci e gli amministratori bellunesi vengano chiamati a definire le priorità sul sistema sanitario del futuro». Lo afferma il deputato bellunese Roger De Menech, preoccupato perché cittadini e amministratori non hanno ancora ben chiara l’idea della Regione Veneto su quali saranno gli interventi nel settore sanitario che verranno fatti entro il 31 dicembre 2026 con le risorse aggiuntive del Pnrr.

Le risorse europee destinate in Italia alla salute ammontano a 15,63 miliardi. Di questi 8,042 saranno gestiti direttamente dalle Regioni e al Veneto verranno assegnati 583 milioni 526mila euro tutti destinati a interventi extra la gestione ordinaria della sanità.

«Poiché tra le tre priorità trasversali c’è la riduzione del divario di cittadinanza, sia esso sociale o territoriale, i fondi del piano devono essere impiegati per migliorare l’accessibilità ai servizi a favore delle popolazioni che vivono in contesti marginali, rurali e montani», ricorda De Menech. «Non è banale per noi chiedere alla Regione conto di come intende estendere i servizi sanitari nelle valli bellunesi e come potenziare i due principali ospedali che, come raccontano le cronache, restano azzoppati dalla carenza di personale».

Il deputato del Partito Democratico punzecchia la Regione e chiede concretezza. Del resto, è difficile pensare che ci siano altre occasioni dopo il Pnrr. «Penso che i sindaci e il territorio in tutte le sue articolazioni debbano essere protagonisti delle scelte che si faranno – conclude De Menech -. Intanto perché la gestione toccherà anche i Comuni e gli effetti riguarderanno direttamente la vita delle nostre comunità. Se teniamo fede al principio federalista, le scelte dovranno essere fatte per lo meno in coordinamento e collaborazione con il territorio, non nelle segrete stanze della laguna. In secondo luogo dobbiamo essere consapevoli che il sistema sanitario che uscirà al termine di questi quattro anni di interventi, resterà inalterabile per diversi decenni sia per l’esaurimento delle risorse sia perché, si auspica, non ci sarà bisogno di grandi interventi. A maggior ragione il Bellunese deve poter partecipare alle scelte che si faranno e non limitarsi a subirle».

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