È nato come un gruppo sui social network. Ed è cresciuto a tal punto da indurre le componenti a mettere in piedi un’associazione a scopo benefico: dalle Tose de Zaia alla Forza delle Tose, il passo è breve. Anzi, il passo non esiste proprio. Perché da colmare non c’è alcuna distanza: le due realtà sono parallele. O meglio, qualcosa da colmare in realtà esiste. Ed è il vuoto lasciato dalla pandemia: un vuoto di tipo sociale, economico, affettivo.
Così, grazie a numeri a dir poco roboanti (ora il gruppo Facebook delle Tose conta oltre 145mila iscritte), Monica David, Debora Del Monego e Laura Stevanin hanno deciso di imbarcarsi nel mare della solidarietà. E di promuovere una raccolta fondi.
Raccolta che non è fine a se stessa. Le “tose” ci mettono del loro: la generosità, certo. Il tempo e le idee. Ma anche qualcosa di concreto e tangibile: i gadget. Come borse, grembiuli, mascherine e magliette: acquistando il materiale, sarà possibile aiutare le donne in difficoltà. Da quelle vittime di violenza (attraverso le donazioni agli appositi Centri in tutto il Veneto) a coloro che hanno problemi di salute o di altra natura. «Gli ordini vanno perfezionati online – spiegano dall’associazione -; in questo modo, tutto è tracciato e trasparente. Lo scorso anno, invece, avevamo raccolto 50mila euro: somma donata poi alla Regione Veneto per sostenere le famiglie in difficoltà».
Si identificano nel presidente Luca Zaia, ma rifiutano etichette: «Appoggiamo il governatore del Veneto non perché è leghista, bensì per aver lavorato al meglio durante la pandemia. Tanto è vero che, nel nostro gruppo Facebook, non c’è spazio per i post di natura politica: siamo nate per coltivare il valore della solidarietà. Non a caso, sono in molte a seguirci: perfino da fuori regione e dall’estero. Qualche giorno fa, una signora che vive in Canada ci ha ringraziato perché, attraverso le nostre parole e i confronti, le facciamo compagnia. Sentirsi utili, in una fase come quella che stiamo vivendo, è gratificante».
