Sanità, tempi infiniti per le opere, difficoltà di personale tecnico nei comuni, aumento dei costi delle materie prime: sono tantissimi i problemi che il territorio bellunese – e non solo – si trova quotidianamente ad affrontare, e sono queste le sfide che nei prossimi anni proverà a fronteggiare il Fondo dei Comuni Confinanti.
Il presidente del Fondo, Dario Bond, ha approfittato della cerimonia al pronto soccorso di Agordo per tracciare il futuro prossimo dell’ente, e per farlo non poteva che partire dal tema “di casa”, ossia la sanità: strutture, certo, ma anche personale, e quindi perché non “copiare” quanto fanno i vicini di Trento e Bolzano che incentivano economicamente i propri giovani a specializzarsi e a continuare a lavorare nelle strutture sanitarie della propria terra?
Per fare questo, è necessario intervenire sul regolamento, aprendo il Fondo anche agli interventi sulle spese correnti (un discorso già acceso in estate, con il dibattito su Investi Scuola); sul regolamento si sta comunque già intervenendo per porre un freno a quelle proroghe continue che stanno trascinando da anni alcune opere («Ci sono lavori che godono di proroga finanziati ancora da quello che si chiamava Fondo ODI; parliamo di più di dieci anni fa», ha ricordato Bond). Certo è che non si possono costringere al superlavoro i comuni, specie quelli più piccoli dove la scarsità di personale è la cronica e drammatica quotidianità, quindi il Fondo è all’opera per sostenere gli enti in questa fase.
Una volta ottenuti i progetti, c’è però da far partire i cantieri, e ormai quotidianamente arrivano notizie di lavori fermati o di bandi andati deserti per il continuo aumento dei costi delle materie prime: l’obbiettivo quindi è quello – recuperando le risorse da fondi non spesi – di rifinanziare le opere in essere andando a coprire gli aumenti dei costi.