Forse l’ora dei bilanci non è allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre.
Forse nemmeno il primo gennaio.
La riflessione arriva oggi, quando sono spente le luci dell’albero così magistralmente decorato ed è finito l’ultimo avanzo di panettone o di carne dimenticata in frigo.
Natale… quando tutto è magia: almeno per i quindici canonici giorni.
Quando la neve che scende non crea malumori per l’inaccessibilità delle strade, perché è romantica.
Quando fare la fila ai supermercati, nell’apoteosi delle feste, è normale. Perché in fondo è Natale.
Quando andare in macchina in centro non è un dramma perché il tempo è cristallizzato, ovattato, lento. Perché tanto è Natale.
Quando non c’è tempo di polemiche né in tv o nelle stanze dei bottoni e tantomeno nelle case.
In quei quindici giorni siamo tutti ben predisposti verso ciò che ci irrita nel resto dell’anno.
La magia del Natale è proprio questa: non importa se l’auto davanti a te frena all’improvviso o se quel pedone attraversa all’ultimo momento.
Non importa se il negozio che hai scelto per gli ultimi regali è strapieno di clienti: la pazienza si materializza.
E si legge di più, magari davanti a un fuoco acceso.
Anche la vita ha un sapore diverso: la magia del Natale, a volte, toglie moltii pesi.
I piccoli grandi drammi si condividono. Ed ecco che, nella scia dell’emotività collettiva, tendiamo la mano a chi ne ha bisogno.
Pure gli animali trovano un loro bacino d’amore a Natale.
E tutti si sentono parte di un’unica famiglia, chiamata umanità.
Non importa che ruolo rivesti: studente, maestro, medico, politico, falegname.
Non importa nemmeno se sei povero o ricco, bianco o nero.
Non importa l’orientamento politico, umano o sociale, perché è proprio questa la magia del Natale.
Riposta la calza, a feste archiviate, sarebbe bello rimanesse qualcosa: la magia di essere “umanizzato”.
Buon 2020