Denis Mezzacasa è protagonista nella settantesima cronoscalata Trento – Bondone. E consolida il primato.
Il pilota di Agordo, alla guida della Formula Renault 2000 curata dal Team Aralla, sbaraglia la concorrenza e in particolare il suo diretto rivale.
I presupposti lasciavano presagire una lotta con il coltello tra i denti, in virtù di una prima sessione di prove che portava la firma del portacolori di Xmotors Team, seppur per poco più di un secondo su Pedrotti
«Era partito tutto bene già dal sabato – racconta Mezzacasa – perché, nella prima salita di prova, ho abbassato il mio miglior tempo di quindici secondi. Quasi un secondo al chilometro rispetto al tempo di qualche anno fa. Sull’asciutto eravamo decisamente a posto, confrontando i nostri tempi con quelli del nostro diretto avversario in campionato».
Il piazzamento, unito al buon quinto nella generale di gruppo, si traduce in punti chiave per la rincorsa al Trofeo Italiano Velocità Montagna, in zona nord, con l’opportunità di strizzare l’occhiolino anche al Campionato Italiano Velocità Montagna, tricolore della velocità in salita.
«Matteo Aralla è stato determinante per il risultato della gara” – aggiunge Mezzacasa –; è stato il primo a dirmi di salire in totale sicurezza. Mi ha detto che qui avrebbe vinto chi riusciva a salire in cima senza commettere sbagli e non chi avrebbe spinto a tutta. Grazie a lui siamo ancora più primi. Gara bagnata, gara fortunata. Sono salito con molta cautela ed infatti la vettura mi ha fatto un paio di scherzi, sul veloce, che non mi sono piaciuti. Tra pioggia e nebbia ogni metro era buono per fare malanni e compromettere la stagione. Diciamo che sono salito con i remi a bordo. Nella parte bassa ero dietro al mio diretto rivale mentre in quella centrale avevo recuperato. Sugli ultimi tornanti Pedrotti ha messo la sua auto di traverso e ha perso parecchio tempo, un errore suo che è andato tutto a nostro vantaggio. Grazie di cuore ad Xmotors Team, al Team Aralla e a tutti i nostri partner. Qui abbiamo giocato in casa sua ma alla prossima Alpe del Nevegal saremo noi a dover sfruttare il fattore campo».
Credits Giuseppe Ranieri