Caldo, soleggiato e siccitoso. Se non fosse che è la descrizione di aprile, sembrerebbe un mese estivo. Invece è stato proprio così: piogge rarissime, siccità elevata, temperature da inizio estate, esattamente come quelle degli ultimi giorni. Ma occhio: la primavera non è ancora stata scalzata dal calendario ed è già pronta a mostrare il suo carattere incostante, con pioggia e brusco calo termico. Meglio tenere a portata di mano l’ombrello: la prossima settimana ce ne sarà bisogno.
Non ce n’è stato bisogno, invece, ad aprile. Perché le precipitazioni sono state scarse. Dai dati Arpav, risulta che sono caduti mediamente sul Veneto 29 millimetri d’acqua. La media del periodo 1994-2019 è di 97 millimetri; quindi gli apporti risultano nettamente inferiori alla media (-71%) e si possono intuire nelle portate dei corsi d’acqua, oltre che nel livello di siccità che le piogge di fine mese non sono stati sufficienti a scalfire. Anche perché le temperature elevate hanno favorito la rapida fusione della neve in quota. «Il mese di aprile è stato mite (+2.5°C, terzo valore dal 1990 dopo il 2007 e 2018) – rileva Arpav -. Con la seconda decade particolarmente calda (+4.9°C)».
Ma aprile è già in archivio e maggio, si sa, è ballerino. Ecco che le previsioni per i prossimi giorni tendono all’umido. Anzi, al bagnato. Tra lunedì 11 e martedì 12 sono previste piogge persistenti anche con acquazzoni. Inevitabile il calo termico: negli ultimi giorni lo zero si attesta sui 3.500 metri, mentre lunedì scenderà sotto i 2.600. E la neve ricomparirà sulle vette dei monti.