La lotteria degli scontrini porterà vantaggi? In realtà no. Per Confartigianato non ci guadagnerà nessuno. Anzi. «Saranno inevitabili aumenti di prezzo. I cittadini se ne accorgeranno».
Il rischio è dietro l’angolo. Infatti, se sarà confermata la disposizione attualmente contenuta nel disegno di legge di bilancio, il 1° gennaio ci sarà il debutto del sistema di cashback per acquisti di beni e servizi effettuati esclusivamente attraverso strumenti che consentono il pagamento elettronico. Confartigianato a livello nazionale ha già chiesto una proroga, perlomeno al 1° aprile. Al momento però non sono state date risposte e gli esercenti si trovano nella difficile condizione di dover mettere in atto tutti gli adeguamenti necessari, con aggravio di costi.
«Si andrà verso un inevitabile aumento dei prezzi per il cliente finale. Non vorremmo, ma è così – spiega Antonio De Fina, presidente degli alimentaristi vari di Confartigianato Belluno -. Per adeguarsi, infatti, l’esercente deve installare particolari software sulla macchina degli scontrini, con lettore ottico dei codici assegnati ai clienti, anche se in questo momento le aziende fornitrici non sono attrezzate; e già qui si parla di una prima spesa da sostenere. Poi c’è un altro aggravio, perché per seguire le pratiche relative al cashback, serve una persona assunta solo per questo, presente alla cassa. Io che gestisco un bar non posso sdoppiarmi, tenuto conto che mediamente due operazioni ogni 6-7 non vanno a buon fine, perché si bloccano i server. Il rischio è di perdere un quarto d’ora per il pagamento di un caffè. Alla fine, sommando tutto, tra 10 centesimi di Iva, le commissioni della banca, il tempo e il personale, un espresso al banco non potrà più costare 1 euro, o 1,10 euro; è inevitabile. Altrimenti non ci stiamo dentro con le spese».