Braccia incrociate, i metalmeccanici bellunesi aderiscono allo sciopero nazionale

Braccia incrociate, i metalmeccanici bellunesi aderiscono allo sciopero nazionale

Braccia incrociate, sciopero per quattro ore e presidio in piazza Duomo, davanti alla Prefettura. I metalmeccanici bellunesi aderiscono alla mobilitazione proclamata a livello nazionale da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. Al centro della protesta il rilancio industriale e occupazionale, ma anche la richiesta di investimenti per la transizione e la soluzione delle grandi crisi aziendali italiane.

«Per il settore sono sempre più urgenti interventi di politica industriale che ancora non si vedono da parte dell’attuale governo e senza i quali la condizione economica, industriale e sociale del Paese, già caratterizzate da prospettive di particolare incertezza e precarietà, rischia di peggiorare. Dal livello nazionale a quello territoriale (che conta circa 7mila addetti, ndr), per i sindacati dei metalmeccanici è necessario rimettere al centro il lavoro nell’industria metalmeccanica e impiantistica, perché la transizione ecologica e digitale si fa con le lavoratrici e i lavoratori, altrimenti il rischio è quello di aggravare la loro condizione già appesantita da pandemia, crisi energetica e delle forniture, instabilità geopolitica e dei mercati e da un alto livello di inflazione, che erode il potere di acquisto dei salari». Così si legge nella nota congiunta delle tre sigle sindacali. Che si mobilitano «per rivendicare il ruolo del pubblico, a partire dalle responsabilità del governo che è chiamato a produrre un grande sforzo anche in sede di Unione Europea. A maggior ragione in uno scenario internazionale nel quale Usa e Cina stanno intensificando i propri sforzi per agire un ruolo di leader nell’ambito delle tecnologie future, con un dispiegamento di risorse economiche senza precedenti. Per i sindacati delle tute blu, il governo deve trovare una risposta alla necessità sempre più urgente di strategie e politiche industriali, di conseguenti importanti investimenti pubblici condizionati alla tenuta sociale che traguardi nuova e buona occupazione».

L’industria metalmeccanica è centrale in Veneto e nel Bellunese. I sindacati giudicano indispensabili le strategie industriali che impediscano delocalizzazioni, acquisizioni finalizzate esclusivamente a creare valore e dividendi agli azionisti che spesso producono desertificazione industriale. «È fondamentale allora un più forte ruolo dello Stato nei settori considerati strategici e ad alto contenuto tecnologico. Negli ultimi anni, infatti, la carenza di microchip e altri componenti tecnologici ha fortemente rallentato la produzione industriale e la capacità di molte imprese di rispondere al mercato. La necessità è quella di politiche industriali chiare, a partire dai tavoli di crisi aperti».

I lavoratori sciopereranno 4 ore a fine turno domani (venerdì 7 luglio) e dalle 15 saranno davanti alla Prefettura. 

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