Boschi e prati secchi: a marzo l’88% di pioggia in meno rispetto al normale

Marzo con l’ombrello non si è visto per niente. E non serve scomodare il “non ci sono più le mezze stagioni”. Di fatto, non c’è stata la pioggia. E gli effetti si vedono: prati secchi, fioritura del tarassaco (che solitamente dipinge di giallo la Valbelluna) ridottissima, boschi a rischio incendi e siccità diffusa.

Lo testimoniano anche i dati Arpav. Perché i pluviometri del Veneto hanno registrato un deficit di pioggia dell’88% rispetto al solito (cioè nel periodo 1994-2020). «In marzo sono caduti mediamente sul Veneto 8 millimetri di precipitazione; la media del periodo 1994-2020 è di 69 millimetri – spiegano gli esperti -. Gli apporti meteorici mensili sul territorio regionale sono molto inferiori alla media (-88%) e sono stimabili in circa 150 milioni di metri cubi d’acqua. Dal 1994 (inizio rilevazioni Arpav) ci sono stati apporti minori solo nel 2003 (6.8 millimetri), uguali nel 1998, appena maggiori nel 2012 (10.4 millimetri)».

Addirittura, guardando le singole stazioni Arpav, risulta che le minime precipitazioni sono state rilevate tra Vicentino e Padovano, e poi a Cortina, dove in tutto il mese è caduto meno di 1 millimetro d’acqua. Certo, in montagna si è rivista la neve, che si è sommata a quella ancora presente e diventerà acqua non appena le temperature saliranno. Ma la siccità, soprattutto nei fondovalle, è evidente. 

Il secco però ha le ore contate. È in arrivo una vasta perturbazione umida con piogge abbondanti. L’antipasto già oggi (domenica 11 aprile) con le prime gocce. Poi domani il clou, con quantitativi importanti. Gli strascichi della perturbazione proseguiranno martedì e mercoledì, con un nuovo abbassamento delle temperature.