Boom di frodi informatiche, la Questura ha già preso 156 truffatori

Boom di frodi informatiche, la Questura ha già preso 156 truffatori

Negli ultimi tempi, la provincia di Belluno è stata interessata da un incremento delle truffe informatiche. Se nel corso del 2023 le denunce presentata alla Polizia di Stato erano state 142 denunce, nel 2024 ne sono state registrate ben 189 con un aumento del 13%. Nel contempo si è avuto un corrispondente incremento dell’azione investigativa del personale delle Volanti e della Squadra Mobile della Polizia di Stato che ha permesso di individuare e denunciare ben 156 persone responsabili di tali reati.

Le numerose indagini svolte hanno permesso di appurare che nella maggior parte dei casi i crimini sono ideati e commessi da soggetti residenti fuori provincia o all’estero, mentre Belluno rimane soltanto un “terminale”, interessata solo dalla presenza delle persone offese.

ESEMPI DI TRUFFA

Le truffe comunemente consumate e tentate on line sono molteplici. Le più ricorrenti sono la “truffa del falso operatore”, nella quale i malviventi fingendo di essere dipendenti bancari o operatori di polizia contattano la vittima telefonicamente o con sms, la avvertono di un accesso anomalo sul conto corrente e la inducono a trasferire tutto il denaro su un altro conto ritenuto sicuro.

C’è poi la “truffa del falso parente” in cui l’utente viene contattato da una persona che finge di essere il figlio o un parente e comunica di aver smarrito i propri documenti, il cellulare e il bancomat. Per acquistare il nuovo smartphone richiede l’invio di una somma di denaro o con bonifico o una ricarica di prepagata. 

Non mancano gli annunci fraudolenti sui siti di vendita, dove i truffatori sfruttano le principali piattaforme social per pubblicare falsi annunci di vendita di beni e servizi a prezzi estremamente vantaggiosi, una volta ricevuto il denaro non faranno seguire nessuna spedizione alla vittima. C’è la truffa del falso acquirente, in cui dopo aver contattato una vittima che ha postato su una piattaforma l’annuncio della vendita di un bene on line, il delinquente induce l’utente a raggiungere uno sportello bancomat o Atm per ricevere il pagamento, dando però indicazioni fraudolente che indurranno la vittima a ricaricare con proprio denaro carte prepagate in possesso del truffatore.

TRUFFA EROTICA

«A margine di questi episodi di delitti online contro il patrimonio mediante frode, vanno menzionati anche quelli effettuati con la minaccia: la persona offesa frequentando chat erotiche o d’incontri, viene indotta a condividere con l’interlocutore (o interlocutrice) immagini o video intimi» spiegano dalla Questura. «Subito scatta una vera e propria estorsione in quanto il delinquente che si trova al di là del monitor minaccerà la vittima di postare sui social i contenuti appena carpiti qualora l’estorto non effettui un pagamento telematico di una certa somma di denaro».

A tale riguardo, per prevenire tali reati gli esperti della Questura consigliano di fare sempre molta attenzione all’uso di internet e dei social. E in particolare di non digitare link sospetti, contenuti in email o sms; di collegarsi, attraverso un comune motore di ricerca, al sito o all’app ufficiale; di non comunicare i propri dati di accesso e non effettuare bonifici o altri versamenti di denaro se la richiesta viene effettuata per telefono, sms, e via e-mail da sedicenti appartenenti alle Forze di polizia, dipendenti delle Poste italiane o di istituti bancari o da quanti dichiarano di essere parenti o amici in difficoltà, contattando invece la persona sull’utenza di cui si è già in possesso per verificare che non si tratti di una truffa.

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