È sceso in campo, per usare una terminologia tipica di Forza Italia. Solo che Forza Italia è il passato. Il presente di Dario Bond è un altro: Fratelli d’Italia. Il deputato bellunese ha cambiato casacca. Le avvisaglie c’erano state tutte, qualche tempo fa, quando aveva contestato la scarsa incisività dei territori nelle scelte delle candidature del partito azzurro. Adesso c’è la conferma.

«Ho scelto la Meloni dopo la definizione delle candidature per non essere accusato di aver fatto un cambio di casacca ad hoc. Io non sono un traditore…» afferma Bond, in una dichiarazione raccolta dall’agenzia di stampa Adnkronos. Insomma, l’addio a Forza Italia è scontato, il passaggio a FdI dichiarato urbi et orbi. Ed è una notizia-terremoto nella galassia politica (ammesso che al cittadino medio interessi ancora qualcosa del sottobosco politico), perché Bond è stato uno storico esponente di Forza Italia, con una delle primissime tessere berlusconiane in tasca. Due giri da consigliere regionale (di cui uno da capogruppo), e poi vicecoordinatore veneto del partito. Di cui oggi contesta la governance, difendendo però il “padrone del vapore”.

«Non ce l’ho con nessuno. Sono solo triste, perché il presidente Berlusconi merita sicuramente molto di più. Io penso che molte decisioni non siano frutto del suo pensiero» dice Bond ad Adnkronos. «Forza Italia è un partito ormai gestito in remoto e non ha più nessun legame con il territorio. FdI? In questi anni ho avuto modo di vedere come il gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia sia preparato e coerente. Per questo, mi identifico nel suo leader Meloni per l’umiltà e la capacità di porre i problemi a difesa dell’Italia».

Il cambio di casacca potrebbe lasciare Bond al suo posto alla presidenza del Fondo Comuni confinanti. Al momento è solo un’ipotesi remota. Ma la politica – si sa – è l’arte dell’impossibile.