«Basta chiusure nei capoluoghi di provincia». De Menech studia misura per garantire servizi minimi

«Basta chiusure nei capoluoghi di provincia». De Menech studia misura per garantire servizi minimi

«Il dissanguamento degli uffici periferici dello Stato nelle piccole province va fermato, adesso». Il deputato bellunese Roger De Menech, è sollevato dopo l’incontro con i vertici nazionali dell’Inail, qualche giorno fa, da dove arriva la smentita della chiusura degli uffici di Belluno. «Ma non possiamo stare fermi ad attendere il prossimo intervento di “razionalizzazione” con cui, in nome di una non bene identificata efficienza, si tenterà di spogliare Belluno di servizi essenziali». 

«Ci tengo a ribadire», puntualizza De Menech, «che la supposta efficienza ottenuta chiudendo uffici e spostando a valle i servizi si traduce in maggiori costi per i cittadini, le imprese e per le amministrazioni pubbliche locali. Qualunque sindaco può testimoniarlo. Qui dobbiamo porre un problema di rilevanza pubblica e politica degli enti locali posti in periferia, ma anche della Regione che, in teoria, dovrebbe rappresentarci tutti. O, meglio, delle Regioni e della Conferenza che le riunisce e le rappresenta nelle trattative con il governo».

Con un gruppo di altri parlamentari del Pd, provenienti da aree interne, zone montane e appenniniche di tutta Italia, De Menech intende promuovere uno o più provvedimenti «per stabilizzare una volta per sempre i servizi minimi che devono essere presenti, senza eccezioni, in ciascun capoluogo di provincia. La nostra idea è di costruire delle misure strutturali, difficilmente modificabili». 

«Smettere di ragionare come se le medie e grandi città fossero il centro dell’universo e oltre le tangenziali ci fosse il vuoto e quindi non vale la pena di investire», conclude De Menech, «sarebbe il primo segno di un’attenzione ai territori, dell’applicazione del principio di decentramento e alla conseguente necessità di garantire la capillarità dei servizi. Anche perché, nel caso di Belluno, ma vale anche per altre realtà, penso in Veneto a Rovigo per esempio, la chiusura di un ufficio significa togliere un servizio a 200mila abitanti sparsi su un territorio vastissimo e ancora oggi con collegamenti lenti e prevalentemente affidati al mezzo privato».

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