«Il Nevegal non può chiudere». La scena si ripete. Dopo la petizione e la raccolta fondi di un paio di anni fa, avviata dalla Pro loco Pieve castionese e da alcuni volenterosi, stavolta sono i genitori dei giovani sciatori in erba a farsi carico di salvare il salvabile. Un estremo tentativo consapevole di avere poche chance di riuscita. Ma tant’è: qualcuno intende provarci lo stesso. E per cominciare, sensibilizza l’opinione pubblica. 

Alcuni papà e mamma, supportati dalla Scuola Sci Nevegal, hanno deciso di far scrivere una lettera a tutti i bambini e ragazzi che sciano sul Colle; giovani e giovanissimi che hanno messo la prima volta gli sci ai piedi proprio sulla Coca e sul Campo scuola. L’obiettivo è quello di trasmettere tutto il rammarico e la delusione, sentimenti che molti bellunesi – non solo i ragazzi – si portano nel cuore. Le lettere saranno consegnate direttamente al sindaco Massaro nei prossimi giorni. Ma intanto l’iniziativa è partita, con il tam tam sui social e sui gruppi Whatsapp. 

«Visti gli ultimi sviluppi riguardanti la chiusura degli impianti del Nevegal, abbiamo pensato di far scrivere una lettera a ciascun bambino e ragazzo, in cui vengano espressi proprio il rammarico e la delusione per non poter più sciare sul Colle – spiegano i promotori -. Provvederemo a raccoglierle e farle arrivare al sindaco. È l’ultima speranza per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione».

Ed è anche l’altro lato della protesta, quello gentile. Perché nei giorni scorsi sul Piazzale sono comparsi striscioni indirizzati a sindaco e giunta. Messaggi non propriamente gentili e di cortesia.