Tre medaglie olimpiche, di cui una d’oro, 5 Mondiali, 4 Coppe del mondo.
A fine mese compirà 70 anni. Ma le leggende non hanno tempo, né età. E Gustav Thoeni, una leggenda, lo è a tutti gli effetti. Nato a Trafoi, frazione del comune di Stelvio (Bolzano). Quindi, altoatesino doc. Su questo non ci piove.
Dal punto di vista sciistico, però, il mito nasce in quella che oggi è la culla dei Mondiali. Come ha raccontato a Isabella Feltrin di Sm Studio: «Arrivai a Cortina per i campionati studenteschi del 1967. In quel periodo ero in collegio a Merano e ricordo di essermi alzato alle 5 per raggiungere a piedi la stazione, con due borsoni pieni di attrezzatura, scarponi compresi, e due paia di sci sulle spalle. Da qui, in corriera a Bolzano, dove c’era il cambio per Cortina d’Ampezzo. Fino a quando gareggiavo senza far parte di una rappresentativa, i trasferimenti per andare a sciare erano così. Ma, nonostante la fatica, l’esperienza di Cortina agli studenteschi nel 1967 si è rivelata un bellissimo regalo per il mio sedicesimo compleanno, perché ho vinto entrambe le gare». Lo slalom speciale e il gigante «È stata anche l’occasione di mettermi sulle tracce del mio eroe d’infanzia Toni Sailer, provando le piste che nel 1956 lo avevano reso leggenda, come l’Olympia delle Tofane e quella che oggi è la Drusciè A di Tofana – Freccia nel Cielo. Le ritengo fra le più belle al mondo».
Inverno anomalo pure per Gustav: «Per la prima volta nella mia vita non ho sciato a Natale. Abbiamo una neve da sogno, ma gli impianti di risalita sono chiusi: è molto triste. Quest’anno, allora, mi sono preso un paio di sci da alpinismo, salgo con le pelli e poi scendo con gioia. Mi ricorda la mia infanzia».
Ora Thoeni si gode le sue vittorie più belle: «Tre figlie e una valanga di undici nipoti tra i 18 e i 3 anni. Nove di loro stanno già sciando». Inseguendo il nonno. Anzi, la leggenda.
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