Un abbraccio collettivo, andato oltre i colori politici, che ha unito un’intera comunità. Ieri pomeriggio, a Puos d’Alpago, il tempo si è fermato. Era il giorno dell’ultimo saluto al senatore Paolo Saviane, scomparso venerdì scorso dopo una lunga malattia. C’erano tutti: moltissimi sindaci, affiancati nella piazza antistante la chiesa parrocchiale. Tutti i deputati bellunesi, che per un giorno hanno lasciato da parte colori e convinzioni politiche per rendere omaggio a un collega da tutti definito «gentile, corretto, elegante, mai sopra le righe». E l’intero gotha leghista, il partito a cui Paolo Saviane era iscritto da tempo e nelle cui liste era stato eletto, nel 2018, al Senato della Repubblica.
Una quarantina i parlamentari, veneti e non solo. Presente anche il sottosegretario Erika Stefani. E non sono voluti mancare né il presidente della Regione, Luca Zaia, né il segretario del partito, Matteo Salvini, che con Saviane condivideva la carica di senatore. E poi gli amici più stretti e i colleghi di partito locali che negli anni hanno affiancato Saviane nelle battaglie per i temi che lo appassionavano. E naturalmente i familiari, stretti nel dolore: le figlie Beatrice ed Arianna, la compagna Daniela, i generi Alessio e Alberto, l’amatissima nipotina Caterina, la sorella, i fratelli.
Dalle 14.30, quando è stata aperta la camera ardente, per due ore la chiesa di Puos è stata il teatro di una processione ordinata. Nessuno è voluto mancare a rendere il suo saluto. Una cerimonia toccante, accompagnata dai canti del Coro Monte Dolada.
«Paolo era una persona che usava spesso la parola “grazie” – sono state le parole pronunciate nell’omelia dal parroco, don Christian Mosca – ne riconosceva il valore e la grandezza e la sapeva offrire con delicatezza nei semplici gesti quotidiani».
E la delicatezza è stato uno dei tratti del carattere di Saviane citato da tutti. «Sono qui per salutare un amico – il commento fuori della chiesa il segretario leghista Matteo Salvini, che poi ha assistito alla funzione accanto al presidente del Veneto, Luca Zaia – uno dei colleghi più presenti, operosi, concreti, meno litigiosi e meno chiacchieroni. Con Paolo eravamo in sintonia su molti temi inerenti montagna, ambiente, tutela delle comunità locali e autonomia».
Ora, per la successione al seggio rimasto vacante, si apre un rebus. Saviane infatti era stato eletto in un collegio plurinominale. Il regolamento del Senato, in quel caso, non prevede elezioni suplettive ma la nomina del nome successivo inserito nel “listino”. Il problema è che il listino è già esaurito, così si va ad interpretazione della norma. O si nominerà un candidato di un altro dei listini collegati alla coalizione o, nel caso anche questi fossero esauriti, si potrebbe pescare addirittura da uno dei listini di coalizioni avverse.