«Questo è ciò che rimane della pista da bob di Cortina. È stata costruita nel 1923, ristrutturata l’ultima volta nel 1981 e chiusa definitivamente nel 2008 dopo anni di inattività e costi di gestione elevatissimi». Lo scrive Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde, ribadendo ancora una volta la posizione del suo partito. Una posizione netta, di contrarietà al progetto della nuova pista. Una struttura funzionale alle gare olimpiche 2026, visto che il bob è stato assegnato proprio a Cortina. A meno che non lo si voglia delocalizzare a Innsbruck.
«Zaia vuole a tutti i costi ricostruire la pista per le Olimpiadi 2026. Ma ci sono criticità sulle quali mi sono espressa più volte fino a presentare un’interrogazione alla Giunta, ancora senza risposta – sostiene Guarda -. L’opera, come è stato evidenziato da più parti, avrebbe un considerevole impatto ambientale e paesaggistico, a fronte di un utilizzo davvero limitato. E anche da parte del Cio è giunta una netta presa di posizione contraria, dichiarando che l’eventuale spesa di realizzazione – nei dossier il costo varia da 80 a 100 milioni – sarebbe completamente a carico della Regione Veneto. La giunta pare voglia andare avanti, ma con quali soldi se 80 milioni non li aveva neppure per sostituire le fonti inquinate dai Pfas, che hanno avvelenato centinaia di migliaia di cittadini? E con quali fondi verrà tenuta in vita nei prossimi anni, essendo esposta a Sud, cosa da non sottovalutare dati i costi elevati per tenerla ghiacciata tutto l’anno?».
Guarda pensa alla vicina Austria. E raccoglie il suggerimento di ricorrere alla pista di Igls, vicino a Innsbruck, «evitando una spesa che rischia di pesare gravosamente sulle tasche dei contribuenti».
