«Non basta più indicare il sentiero: serve accompagnare il viaggiatore in un’esperienza consapevole e sicura». È questo lo spirito che anima il progetto di rilancio dell’Alta Via n. 2, uno dei percorsi escursionistici più spettacolari delle Dolomiti, che ha fatto un passo decisivo con l’incontro tenutosi alla Birreria Pedavena tra enti pubblici e operatori dei territori di Belluno e del Trentino. Promosso dal Consorzio Turistico Dolomiti Prealpi e coordinato dal CAI di Feltre, l’incontro ha riunito amministratori locali, rappresentanti dei due Parchi naturali coinvolti, sezioni CAI e SAT, DMO e APT del Primiero, con un obiettivo chiaro: valorizzare e mettere in sicurezza un itinerario capace di unire due Regioni, due Parchi e due mondi dolomitici.
Dopo i saluti del presidente del Consorzio, Lionello Gorza, la parola è passata a Marco Tonet, escursionista esperto e tra gli ideatori dell’Alta Via Dolomiti Bellunesi. Tonet ha illustrato i principali punti del dossier elaborato dal gruppo di lavoro, sottolineando la necessità di un gestore unico e locale, capace di garantire un’informazione coordinata, gestire feedback e diventare punto di riferimento per l’escursionismo internazionale.
«Il nostro obiettivo è trasformare l’Alta Via n. 2 in un’esperienza completa e sicura – ha spiegato Tonet – che parta dalla bellezza del paesaggio ma coinvolga anche accoglienza, comunicazione e manutenzione del tracciato». In questo senso, è arrivato l’annuncio del presidente del Fondo Comuni Confinanti, Dario Bond, che porterà alla prossima riunione del Comitato di Gestione la proposta di finanziare con circa 300 mila euro gli interventi urgenti sui passaggi critici del Passo delle Farangole e dell’Intaiada: «L’Alta Via è uno strumento potente di tutela ambientale e sviluppo sostenibile. E il Fondo sarà parte attiva per valorizzare questo patrimonio», ha dichiarato Bond.
A fargli eco, la consigliera trentina Antonella Brunet, che ha evidenziato l’urgenza di sostenere i rifugi alpini, in particolare per sicurezza e rifornimenti. Il tema della qualità dei servizi, infatti, è stato uno dei fili conduttori dell’incontro, insieme alla necessità di comunicare meglio la complessità dell’itinerario e la sua unicità. «Come per il Palaronda Trek – ha sottolineato Manuel Corso, direttore dell’APT San Martino – anche qui servono strumenti digitali, mappe dettagliate e una narrazione che valorizzi ogni tappa».
La roadmap: tra manutenzioni, contenuti e un helpdesk per camminatori
Il progetto prevede una partenza operativa già da quest’anno, con l’avvio delle manutenzioni, la raccolta di adesioni da parte dei Consorzi valligiani e una prima riorganizzazione dell’informazione turistica. Nel 2026 si passerà alla produzione di contenuti digitali e cartografici, mentre il 2027 segnerà l’attivazione ufficiale del progetto, con la nascita di un helpdesk dedicato agli escursionisti e una piattaforma aperta, replicabile su altre Alte Vie o cammini, sviluppata nel rispetto delle licenze open access. Un progetto che guarda lontano, ma con solide radici locali. E che rilancia l’Alta Via n. 2 come simbolo di connessione tra territori, culture e bellezza naturale.