Allarme Marmolada, la stagione invernale rischia di non partire

Allarme Marmolada, la stagione invernale rischia di non partire

«Caro energia, incertezze meteo, alte temperature, ma nell’Alto Agordino gli operatori della montagna hanno una preoccupazione in più: quella del divieto di accesso al ghiacciaio della Marmolada non ancora revocato. Se non si interviene con buon senso e velocità, la stagione invernale è a rischio, così come la permanenza sul territorio di tante imprese e famiglie».

È un vero e proprio allarme quello che lancia Marmolada srl, la società di gestione delle funivie del massiccio. Un allarme che arriva a poche settimane dall’avvio di una stagione sciistica che si preannuncia complicatissima per tutta la montagna bellunese.

«La stagione invernale è alle porte, manca meno di un mese. Da sempre novembre è fondamentale per la preparazione delle piste e degli impianti per l’avvio regolare dell’attività 2022/2023. Ogni giorno è prezioso», la premessa di Marmolada srl, che è pronta a predisporre l’area sciabile.

«La funivia della Marmolada, che parte e arriva in provincia di Belluno – quindi in Veneto – vede la propria pista svilupparsi in gran parte in provincia di Trento, perché attraversa il ghiacciaio. Come gestori dell’impianto siamo pronti ad avviare i lavori di preparazione della pista ma il Comune di Canazei continua a vietare l’accesso al ghiacciaio».

Il problema è tutto qui, in una zona che è sempre stata contesa in termini di confini e territorio. E che oggi rischia di segnare la fine della stagione invernale. Anche perché Canazei sembra non rispondere. «Alle nostre richieste di chiarimenti, ci viene opposta una fantomatica perizia, avviata mesi fa quando le eccezionali temperature estive potevano generare preoccupazioni, ma mai redatta e inattuale ora quando finalmente il termometro è sceso sotto lo zero», sottolinea la società. «La disgrazia accaduta a luglio, come abbiamo sempre ribadito, merita il nostro pieno rispetto e la massima attenzione nell’adozione di provvedimenti efficaci, ma è da prendere atto che il distacco della porzione di ghiaccio è avvenuta in una zona totalmente estranea a quella in cui si sviluppa la pista, che è soggetta a continui monitoraggi, controlli e manutenzioni nel pieno rispetto di tutte le leggi e normative».

Il dibattito ambientalista sugli impianti in Marmolada potrebbe attecchire facilmente. In ogni caso, la stagione sciistica dà ossigeno e risorse anche ad altre attività.

«Se il permesso di preparare la pista e poi di aprirla agli sciatori non dovesse arrivare tempestivamente, i danni economici sarebbero incommensurabili per tutta la vallata, che vive dell’attività turistica invernale, dall’impianto di Malga Ciapèla a quelli che lo connettono con Arabba» fa sapere Marmolada srl. «Parliamo di uno dei più importanti e panoramici – nonché graditi dalla clientela internazionale – comprensori sciistici del Dolomiti Superski, porta d’ingresso per gli apprezzati giri della Sellaronda e della Grande Guerra. Questi ritardi, questi burocratismi, questa mancanza di chiarimenti diventano l’ennesimo attentato alla pur indefessa resilienza della gente di montagna per continuare a risiedere in questi territori e vivere di quello che hanno da offrire. E questo in un momento storico già difficilissimo, contrassegnato da rincari energetici che rendono ancora più difficile ed eroico abitare e lavorare nelle terre alte».

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