«Caro Aldo, ora trovati un posto comodo per vedere le partite»

«Caro Aldo, ora trovati un posto comodo per vedere le partite»

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di ricordo che Flavio Battiston ha dedicato ad Aldo Borsato, allenatore di calcio scomparso all’età di 72 anni

Caro Aldo,

la prima parola che mi è venuta alla mente quando ho appreso della tua morte è stata “grazie”.

Credo che chiunque segua, pratichi e sia appassionato di calcio ti debba ringraziare. Forse suona un po’ retorica, ma si può davvero affermare che tu sei stato uomo “di” e “per” il calcio. Non servono molte dita delle mani per tenere il conto della panchine del Veneto sulle quali non ti sia seduto e non abbiano sentito i tuoi incitamenti e, permettimelo, a volte i tuoi sproloqui dettati dal tuo carattere passionale e carico di forti emozioni.

Così come non si contano i post, le foto e i ricordi che si stanno rincorrendo sui social in questi giorni in tuo onore.  Lo dico da genitore, in quanto hai allenato entrambi i miei figli, e da tuo ultimo presidente all’Usd Castion. Ti ho conosciuto come papà e subito ho apprezzato la tua dedizione, il tuo dare tutto e sempre per la squadra che ti era stata affidata. 

Non importa se si giocasse un’amichevole in uno sgangherato campo di periferia o fosse la finale di un prestigioso torneo correndo su un verde tappeto: in ogni circostanza pretendevi dai tuoi giocatori il massimo impegno. Impegno e serietà che esigevi anche prima e dopo la partita e che erano i tuoi nei confronti delle squadre che hai allenato e delle società di cui hai fatto parte.  

Come presidente averti fra i miei mister è stato un onore e un onere. La tua personalità senza mezze misure chiedeva grande impegno, ma sapevo che i ragazzi, anche se a volte sbuffavano, ti stimavano e da te imparavano. Arrivavi con grande anticipo perché i ragazzi trovassero il campo già in ordine e ben preparato per svolgere l’allenamento e al termine tutto doveva essere in ordine e nessun pallone e attrezzo doveva mancare all’appello, “altrimenti non si va casa”.

Anche con questi atteggiamenti sei stato di esempio e di aiuto per i tuoi ragazzi. Il tuo impegno non si esauriva nell’arco della partita della tua squadra, ma eri presente in ogni momento della vita delle società in cui hai allenato. Lo sanno bene soprattutto i gestori del terzo tempo di cui eri animatore e protagonista con la tua arguzia, ironia e competenza tecnica che ti è valsa l’appellativo di “Mister dei mister”.  

Voglio salutarti con due episodi. Al termine di una partita “dei grandi” ti ho chiesto perchè quando allenavi le prime squadre andassi in panchina in giacca e cravatta. Mi hai risposto che per te “Ogni partita della domenica era un festa di nozze”. Appunto: uomo di e per il calcio.Il secondo episodio mi vede seduto accanto a te in panchina come dirigente accompagnatore di un campionato giovanissimi. A metà del secondo tempo i tuoi ragazzi stanno vincendo con largo margine e perciò “Mollano la presa”, “Non giocano più” e “Fanno i fenomeni”. Tu li richiami pretendendo che diano il meglio e si impegnino. I tuoi incitamenti si fanno, a parere dell’arbitro, troppo insistenti e la giacchetta nera ti invita a calmarti. “Non basta vincere, bisogna avere rispetto dell’avversario e di se stessi”: fu la risposta che desti al direttore di gara.  

Ciao Aldo e trovati un posto comodo per vedere le partite. 

Flavio Battiston 

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