Agitazione della ristorazione collettiva, presidio davanti all’ospedale di Feltre

Agitazione della ristorazione collettiva, presidio davanti all’ospedale di Feltre

I dipendenti della ristorazione collettiva incrociano le braccia. È stato proclamato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs lo stato di agitazione, con una giornata di sciopero oggi (martedì 4 giugno), per l’intero turno giornaliero. Dalle 10.30 alle 12 ci sarà anche un presidio organizzato dalle sigle sindacali di categoria davanti all’ospedale di Feltre, che ospita il centro cottura affidato alla società Serenissima Spa.

«Parliamo della ristorazione collettiva pubblica e privata, delle mense. Molte di queste aziende operano nel nostro territorio, in appalti pubblici e privati – sostengono Alberto Chiesura della Filcams Cgil di Belluno, Patrizia Manca della Fisascat Cisl Belluno Treviso e Massimo Marchetti della Uiltucs Belluno-Treviso -. Le ragioni dello stato di agitazione e dello sciopero riguardano la trattativa per il rinnovo del Contratto nazionale dei Pubblici esercizi, Ristorazione collettiva, Commerciale e Turismo, scaduto da oltre 3 anni. Due delle associazioni datoriali sedute al tavolo, Angem e Anir, hanno formalmente diffidato le organizzazioni sindacali, firmatarie del contratto, dall’intraprendere qualsiasi determinazione inerente al comparto della ristorazione collettiva».

Queste, fanno sapere Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, le imprese aderenti alle due associazioni: Autenthica Spa, Eurotourist New Spa, Dussmann Service Spa,  Serenissima Spa, Euroristorazione, Siristora Global Service, Vivenda Spa, Compass Group Italia Spa, Gruppo Elior,  Genesi Srl, Pedevilla Spa, Sodexo Italia Spa, Italcatering Srl, Felsinea Ristorazione Srl, Ser Car Ristorazione Collettiva Spa, Sir Sistemi Italiani Di Ristorazione.

«Il comportamento di queste aziende è inaccettabile – proseguono Chiesura, Manca e Marchetti -. In parole povere si minaccia chi vuole arrivare a un rinnovo in grado di garantire alle lavoratrici e ai lavoratori del settore condizioni salariali dignitose. Non è tollerabile che alcune imprese, che improvvisamente non vogliono più stare sedute a quel tavolo, interrompano così il percorso per il rinnovo avviato da tempo e nel quale si sta discutendo anche della parte normativa. Rischiamo un danno economico enorme per tutti i dipendenti di quei settori».

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