Addio al “Belumat” Gianni Secco: «Ma i poeti vedono lontano e non muoiono mai»

Addio al “Belumat” Gianni Secco: «Ma i poeti vedono lontano e non muoiono mai»

 

L’intera provincia piange la scomparsa di Gianluigi Secco. Per tutti semplicemente Gianni: aveva 74 anni ed era conosciuto, stimato e apprezzato in maniera trasversale per aver dato vita, insieme a Giorgio Fornasier, al duo musicale e dialettale dei Belumat.

Uomo e artista poliedrico, Secco era anche ricercatore, etnomusicologo e gastronomo. Non solo: ha presieduto l’associazione culturale Soraimar e fondato il Centro studi e documentazione Riti e Carnevali di montagna. Senza considerare l’impegno nell’Orchestra da Camera di Belluno e nel Circolo Al Zenpedon.

Uno dei primi ricordi è di Marco Perale, assessore alla Cultura del Comune di Belluno: «Salutiamo con commozione Gianni Secco, che ci ha lasciati con un sorriso nel cuore dopo una lunga battaglia – ha scritto in un post su Facebook -. Una figura davvero straordinaria. Chi lo ricorda per l’ironia graffiante de “I Belumat”, chi per la valorizzazione della tradizione dell’emigrazione veneta in Brasile, chi per il salvataggio dei carnevali di montagna e delle loro maschere, chi infine come poeta. I poeti sanno vedere lontano, e non muoiono mai». 

Al cordoglio si unisce pure il presidente della Provincia, Roberto Padrin: «Apprendo con dolore la notizia della morte di Gianni Secco. Con lui se ne va una una figura straordinaria della nostra terra, che ha saputo esprimere in modi ora ironici ora delicatissimi il grande amore per il Bellunese e la sua gente. Cantore storico dei “Belumat”, ma anche poeta e fine conoscitore delle tradizioni della nostra montagna, ha sempre saputo cogliere le bellezze della nostra provincia, e trasmetterle con passione. Come è tipico delle persone intelligenti, sapeva non prendersi mai troppo sul serio. Ci mancherà il suo humour, ci mancherà la sua presenza».

Non manca il ricordo del sindaco Jacopo Massaro: «Perdiamo un uomo che ha unito arte, musica, spettacolo e associazionismo per promuovere e valorizzare la nostra cultura popolare, difendendone l’identità e ravvivandone le tradizioni: dalle canzoni dialettali con I Belumat fino all’impegno per il recupero dei carnevali storici arrivando anche a realizzare una mostra itinerante, passando per la fondazione dell’associazione Soraimar che unisce autori e cultori delle tradizioni popolari e per le centinaia di scritti e saggi sulla cultura popolare e sulla storia dell’emigrazione. La cultura popolare è identità, tradizione, memoria e passione, e con la scomparsa di Gianni Secco, Belluno perde un suo grande cultore».

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