«Voglio salvare Acc». Così parlò Zaia. Che non è lo Zarathustra di Nietzsche, ma per i lavoratori della fabbrica zumellese rischia di essere più importante. La data cerchiata in rosso sul calendario è il 2 giugno: se per allora non saranno arrivati i soldi, lo stabilimento chiuderà. E sarà «un omicidio industriale» come dicono i sindacati. Quesi sindacati che ieri (mercoledì 12 maggio) hanno manifestato davanti a Palazzo Ferro Fini, a Venezia. E poi si sono spostati a Marghera, per incontrare il governatore del Veneto e chiedergli un intervento urgente a sostegno del progetto ItalComp, il polo italiano del compressore.

«Zaia ci ha detto che il suo interesse è quello di salvare l’Acc e che aprirà un tavolo per trovare gli investimenti che servono per dare prospettiva alla produzione – ha spiegato Stefano Bona, segretario generale Fiom Belluno, all’uscita dall’incontro -. Un finanziamento temporaneo destinato ad Acc per avere il tempo di capire cosa vuole fare il governo rispetto al progetto Italcomp. Il tavolo già alla fine di questa settimana sarà in piedi, ha garantito il presidente Zaia. E ci ha detto di aver sentito il ministro Giorgetti e di aver parlato personalmente con alcuni industriali potenzialmente interessati. Deve essere un tavolo operativo, non un tavolo di chiacchiere».

Anche perché le chiacchiere stanno ormai a zero. Dopo mesi di tira e molla, di progetti lanciati e ritirati, c’è un’azienda che produce e che nei primi quattro mesi del 2021 ha aumentato il fatturato. Il tempo però stringe: manca la liquidità per andare avanti e la lancetta segna riserva. A fine maggio saranno esaurite anche le ultime risorse.