Come ogni anno dicembre si dimostra un mese di particolare impegno per la Guardia di finanza. Perché è il mese dei regali e degli addobbi natalizi. E da sempre c’è chi, in questo periodo dell’anno, punta a massimizzare il profitto, immettendo sul mercato oggetti potenzialmente nocivi, perché contraffatti o privi di qualsivoglia certificazione obbligatoria di qualità.
Belluno in questo non fa eccezione. Nei giorni scorsi sono state diverse le operazioni portate a termine dai finanzieri del nucleo provinciale, che hanno portato al sequestro di migliaia di oggetti non conformi. In particolare sono stati sequestrati, in diversi punti vendita del territorio, 4.000 addobbi natalizi, 800 articoli di bigiotteria e 350 tra calzature e accessori.
Tutti prodotti già esposti per la vendita, carenti nei contenuti informativi (privi di etichettatura riportante le informazioni minime sul prodotto, il produttore, il Paese di origine, l’eventuale presenza di materiali o sostanze pericolose e le istruzioni per l’uso) e/o privi della marcatura CE in violazione delle prescrizioni di sicurezza e trasparenza a tutela del consumatore previste dal cosiddetto “Codice del consumo” e delle certificazioni di conformità ai requisiti di sicurezza, per un valore totale di oltre 30mila euro.
«Le merci sequestrate – spiega la Guardia di finanza in una nota – sono state inventariate e messe a disposizione della Camera di Commercio di Treviso e Belluno, che procederà ad applicare la prevista sanzione, che può arrivare fino ad un massimo di 26.000 euro, ai titolari delle attività commerciali».
«I servizi messi in atto – conclude la nota – rientrano nel quadro delle attività svolte dalla Guardia di Finanza a tutela dell’economia legale finalizzate a preservare il mercato dalla diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza imposti dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea, oltre che alla repressione degli illeciti di natura fiscale, a tutela degli imprenditori onesti che, attesa anche l’attuale situazione connessa all’emergenza epidemiologica, sono maggiormente vulnerabili rispetto alle fenomenologie illecite».