Il più giovane, l’assessore all’ambiente del Comune di Feltre, Adis Zatta, ha 39 anni. Il più anziano, Fabio Candeago, medico psichiatra in pensione, ne ha 65. Il capolista è Edi Fontana (60 anni), già consigliere provinciale dal 1999 al 2009 e attuale vicensindaco di Limana. Le due donne sono Maria Teresa De Bortoli (59 anni), ex primo cittadino di Pedavena per due mandati, e Cristina De Donà (55 anni), insegnante di scuola elementare. È la squadra bellunese in lizza per il consiglio regionale. Si è presentata ieri (sabato 8 agosto) al gazebo allestito in Piazza dei Martiri, “battezzata” dal candidato alla presidenza della Regione, Arturo Lorenzoni, dal deputato (e coordinatore regionale del partito) Roger De Menech e dalla segretaria provinciale Monica Lotto.
La sfida è difficile, forse improba, ma Lorenzoni ci crede. Forte di una proposta che giudica innovativa. «La novità – ha detto il candidato governatore – è l’apertura del Pd alla società civile e alle forze civiche, non legato all’appartenenza ma ai cittadini del Veneto». Per il candidato presidente «è fondamentale ascoltare i territori e dare loro le risorse che servono. Questa è la vera autonomia, non quella della Lega, che è semplicemente uno spostamento dal centralismo romano a quello veneziano».
Anche per il capolista Fontana l’autonomia è la parola chiave. «La specificità del Bellunese è riconosciuta nello Statuto della Regione. Invece si sta andando nella direzione opposta, togliendo deleghe e risorse alla Provincia». Fontana pone l’accento anche sulla sanità, soprattutto per quanto riguarda la cura degli anziani. Nei prossimi vent’anni, infatti, la popolazione bellunese sarà per il 30% over 65. E per i giovani bisogna studiare delle formule per permetterne il ritorno dopo la formazione fatta all’esterno, e nuovi corsi universitari per attrarre ragazzi da altre realtà. La sanità è un tema caro anche a Fabio Candeago, che ha ricordato il taglio ai posti letto e il depauperamento progressivo delle professionalità. «Bisogna – ha sottolineato – potenziare la medicina territoriale». Adis Zatta punta invece «sull’innovazione, in campo tecnologico, ambientale e turistico». E mentre Maria Teresa De Bortoli ha ricordato come 13 anni fa l’intero consiglio provinciale scese a Venezia per rivendicare l’autonomia, poi accantonata, Cristina De Donà auspica «un’alternativa culturale».
«Credo molto nella proposta che andiamo a fare – chiude Arturo Lorenzoni –. È una proposta di governo e di un’agenda di valore per la Regione. Stiamo portando una visione diversa del Veneto».