Ci saranno gli atleti, i tecnici, i dirigenti e il segnapunti, oltre all’arbitro e il custode della palestra. Ma nessun altro. Le porte dei vari palasport rimarranno sbarrate per tutti i tifosi e i semplici appassionati del mondo delle schiacciate.
Perché i campionati di pallavolo ripartono, sì. Però a porte chiuse. Da lunedì 2 marzo, infatti, l’attività si rimette in moto. Solo che le partite non potranno essere seguite dal pubblico.
La direttiva vale per ogni gara ufficiale che andrà in scena in Veneto: dai campionati nazionali a quelli regionali e territoriali. «In riferimento alla situazione del Coronavirus – si legge nella nota federale – e preso atto di tutte le determinazioni emerse dalle varie ordinanze governative e regionali, la Federazione Italiana Pallavolo ritiene di dover mantenere il blocco di tutti i campionati di ogni livello, sull’intero territorio, fino al 1 marzo 2020».
Si torna in campo dal 2 marzo, in Veneto a porte chiuse: «Salvo diverse indicazioni intergovernative rispetto l’evoluzione della situazione, si potrà procedere secondo le seguenti indicazioni: ripresa regolare di tutti i campionati di ogni livello e delle attività di allenamento senza limitazione alcuna, per le regioni non interessate dalle ordinanze governative e regionali; ripresa con la limitazione dello svolgimento a “porte chiuse” di tutti i campionati di ogni livello e delle attività di allenamento nelle regioni Liguria, Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino e Marche (queste ultime in quanto caratterizzate da sola ordinanza regionale); a eccezione dei Comuni interessati dalle misure urgenti di contenimento del contagio; stop complessivo dell’attività nei Comuni interessati dalle misure urgenti di contenimento del contagio».