La campagna di comunicazione “Equamente al lavoro” fa tappa a Belluno. Dopo Venezia, Rovigo, Padova e Vicenza, tocca al territorio dolomitico mettere sotto la lente d’ingrandimento la legge regionale 3/2022 (“Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità”, con cui la Regione Veneto ha introdotto una serie di interventi per sensibilizzare Istituzioni, aziende, organizzazioni, Associazioni di categoria, istituti scolastici e i cittadini sull’importanza di un approccio più equo rispetto alle disparità che ancor oggi sono presenti.
La campagna consiste in una serie di eventi sul territorio regionale con associazioni di categoria, professionisti, imprese e iniziative nelle scuole realizzati in collaborazione con le Consigliere di Parità provinciali e l’Ispettorato Interregionale del Lavoro Area Nord-Est per promuovere una riflessione sul tema della parità nei luoghi di lavoro, dare risalto alle disparità salariali e alle buone pratiche che contrastano tale fenomeno, coinvolgendo studiosi ed esperti della materia e gli stakeholder del territorio. A Belluno è in programma un convegno oggi (venerdì 8 marzo), organizzato insieme alla Consigliera di Parità Flavia Monego a Villa Patt di Sedico a partire dalle 9.30. Interverrà anche l’assessora regionale al lavoro Elena Donazzan, per i saluti istituzionali. A seguire, quattro panel: nel primo si parlerà di parità, tra norme ed esperienze; nel secondo la parità verrà declinata sia dal punto di vista delle difficoltà e delle sfide che rappresenta, sia dal punto di vista delle opportunità; nel terzo si affronteranno le idee e le buone pratiche per una montagna inclusiva; infine, spazio a iniziative e riflessioni per l’inclusione e la parità.
«Gli interventi affronteranno da molteplici punti di vista un tema che è quanto mai variegato e importante» afferma la Consigliera di Parità Monego. «Oggi esistono ancora differenze salariali importanti che non solo ostacolano la parità di genere, ma oltretutto non mettono le donne nelle condizioni di esprimere le loro capacità e professionalità. Le discriminazioni, di genere principalmente ma non solo, sono un problema reale e affrontarlo concretamente è una necessità».
