55 bellunesi in quarantena domiciliare. Ma al momento nessun positivo accertato

55 bellunesi in quarantena domiciliare. Ma al momento nessun positivo accertato

 

Via precauzionale: 55 persone in quarantena domiciliare e un soggetto con esami in corso di validazione. È questo il bilancio del coronavirus in provincia di Belluno, tracciato oggi (sabato 29 febbraio) dall’Ulss 1 Dolomiti. Numeri che testimoniano il livello di precauzione e non sono ancora sufficienti a dire che il virus è già arrivato tra le Dolomiti. Perché i tamponi effettuati finora sono tutti negativi. Ad eccezione di quello ancora in fase di accertamento, relativo all’uomo di cui si è scritto ieri (messosi in auto-isolamento volontario).

IL DIRETTORE

«Alle 14 di oggi abbiamo 55 persone in quarantena fiduciaria a domicilio – spiega il direttore generale dell’Ulss 1 Dolomiti, Adriano Rasi Caldogno -. Si tratta di persone che hanno avuto contatto con soggetti risultati positivi. In più, c’è un soggetto con positività in corso di validamento, già in quarantena precauzionale. Per quanto riguarda i numeri, dall’inizio dell’emergenza abbiamo effettuato 50 tamponi nel territorio bellunese, tutti risultati negativi».

COME FUNZIONA IL TAMPONE?

Come mai 50 tamponi negativi e 55 in quarantena? Semplice. Perché la procedura degli esami da coronavirus scattano solamente se una persona ha avuto stretti contatti con soggetti infetti e presenta sintomi (febbre, raffreddore, tosse). Se manca una di queste due condizioni, non scatta il tampone. Difatti, le 55 persone in quarantena fiduciaria hanno detto di aver avuto contatti con soggetti risultati positivi, residenti in altre zone d’Italia. Si tratta di bellunesi che per lavoro o per altri motivi sono passati per Vo, per Codogno e per altre località epicentro del contagio.

ULSS PRONTA

La situazione può cambiare di ora in ora. Ma negli ospedali bellunesi è tutto pronto per gestire le prossime settimane.

«Se dovessero aumentare i casi di contagio, siamo pronti – continua Rasi Caldogno -. La nostra azienda si sta attrezzando per gestire ogni eventuale scenario futuro. In questo momento non c’è alcun elemento che ci porti ad assumere decisioni di altro genere, ma bisogna essere preparati». Quindi rimangono allestite le tende nelle zone degli ospedali e continua la sensibilizzazione sulle buone pratiche, come lavarsi frequentemente le mani ed evitare le zone a rischio contagio.

«Da questa mattina è disponibile un numero dedicato nel dipartimento di prevenzione proprio alla gestione delle informazioni riguardanti il coronavirus – prosegue il direttore dell’Ulss -. È lo 0437 514343, attivo tutti i giorni dalle 9 alle 13, e dalle 14 alle 18».

MEDICI DI BASE IMPEGNATISSIMI

Quanto alla rete ospedaliera, non è stata intasata in questi primi giorni di emergenza. Anzi, a quanto pare gli accessi al pronto soccorso sono stati inferiori rispetto al solito (evidentemente i “codici bianchi” evitano di muoversi di casa per paura del contagio). «Risulta particolarmente impegnata la rete dei medici di medicina generale, con lo screening telefonico – conclude Rasi Caldogno -. Molte, soprattutto nei primi giorni, le telefonate al 118».

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