Il 10 settembre ricorre la giornata mondiale dedicata alla prevenzione del suicidio. L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini e aumentare la consapevolezza sulla prevenzione. Proprio per questo, l’Ulss Dolomiti propone degli open day.
IL DATO CHE PREOCCUPA
Secondo il report Sant’Anna 2020, l’Ulss Dolomiti registra il più alto tasso regionale di suicidi in Veneto, tratto comune ad altre zone montane. Il tasso di suicidi ogni 100mila abitanti nel periodo 2010-2020 è di 128 in Ulss Dolomiti contro una media regionale dell’84.
Gesti spesso improvvisi, che denotano la difficoltà a chiedere aiuto e che lasciano sgomenti famiglie e intere comunità; nascono le domande – in chi resta – su quanto si sarebbe potuto fare per cogliere dei segnali di malessere e agire sui fattori di rischio come l’isolamento o l’uso problematico di alcol.
SENSIBILIZZAZIONE
L’Ulss Dolomiti, con i Dipartimenti di Salute mentale, ha organizzato un “open day” per domani (sabato 10 settembre), un punto di ascolto dedicato per trovare aiuto, avere informazioni su come approcciarsi a persone vicine in difficoltà, trovare un supporto.
Dalle 8 alle 13 al Centro Salute Mentale di Pieve di Cadore (via Carducci 36/B) un medico psichiatria, uno psicologo e un assistente sociale saranno a disposizione di persone che si trovano in un momento di fragilità o dei loro familiari, gratuitamente e senza appuntamento, di persona o telefonicamente allo 0435 341554. Ulteriori incontri saranno organizzate nei centri di salute mentale di Agordo, Belluno e Feltre nelle prossime settimane.
«L’open day vuole essere un segnale: è importante creare consapevolezza al fine di generare sensibilità e attenzione verso l’altro, creando una cultura della vita che sia responsabilità collettiva», commenta la direttrice generale Maria Grazia Carraro. «Il suicidio non è una questione strettamente personale o familiare, la sua prevenzione riguarda la comunità intera. Riguarda ciascuno di noi. Dobbiamo lavorare perché le persone che vivono delle difficoltà sappiano che si può chiedere aiuto. Dobbiamo fare rete per sostenere le persone che si sentono smarrite, dando dei punti di riferimento a cui si possano rivolgere per descrivere il loro stato d’animo. Siamo pronti a tendere la mano».