Valerio, il guardiano delle api: «Le osservo e le difendo da 40 anni»

Valerio, il guardiano delle api: «Le osservo e le difendo da 40 anni»

Sul predellino le api guardiane sono all’erta, le bottinatrici si posano con le zampe cariche dei primi pollini, qualcuna comunica con la danza le coordinate dove trovare del cibo. 

Da bambina, assieme a mio padre, mi fermavo volentieri a guardare il via vai davanti agli alveari. Lui, Valerio Bolzan, 72 anni, insegnante in pensione di San Gregorio nelle Alpi, continua a osservare soprattutto in questo inizio di stagione. Lo fa da oltre quarant’anni, affascinato dall’organizzazione delle comunità di api, dall’esagono perfetto delle celle sui favi che riescono a realizzare, dalla capacità che hanno di mantenere all’interno dell’alveare una temperatura costante di 35 gradi, quando fuori ci sono sbalzi da sotto a sopra lo zero. Acquistò la prima arnia a metà degli anni Settanta, con l’obiettivo di produrre miele sano per i quattro figli. Oggi, di arnie, ne ha una ventina, si è specializzato nell’allevamento delle regine e produce sempre miele sano per i suoi figli e per i numerosi nipoti. 

Attento osservatore, escogita nuove strategie per affrontare le difficoltà che i cambiamenti climatici, le malattie e i pesticidi stanno provocando. «La varroa – spiega – ha portato un profondo sconvolgimento in apicoltura. È un acaro, un parassita apparso in Italia nei primi anni Ottanta, si riproduce nelle larve delle api e compromette la covata indebolendo le comunità. All’inizio è stato come il Covid per noi umani, non sapevamo cosa fare, siamo andati per tentativi, abbiamo sperimentato e intanto abbiamo perso alveari». 

Con il tempo, gli studiosi hanno trovato metodi naturali per combattere questo parassita e Valerio ha provato a migliorarli con sue tecniche personali. Il risultato si può trovare su YouTube, cercando il tutorial “Lotta alla varroa: metodo Bolzan per il confinamento della regina”

«Un’altra fonte di preoccupazione – confida – è il diffondersi in Valbelluna di frutteti e vigneti, soprattutto se non sono colture biologiche». L’utilizzo di prodotti chimici sulle piante può uccidere le api, i residui nel miele, anche se sono in quantità tollerabili dall’uomo, spesso non lo sono per gli insetti impollinatori. Senza il loro operato non avremmo frutta e verdura sulle nostre tavole. 

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