Un anno fa le prime vaccinazioni anti covid: da allora oltre 1.000 dosi al giorno

Un anno fa le prime vaccinazioni anti covid: da allora oltre 1.000 dosi al giorno

Sembra ieri. O forse un secolo fa, dipende dai punti di vista e dalle singole sensibilità. E’ passato un anno esatto da quando, il 27 dicembre 2020, anche nel Bellunese si somministrò la prima dose di vaccino anti – covid. Fu la prima, vera, luce in grado di rischiarare il pozzo buio nel fondo del quale anche la nostra provincia, come il resto del mondo, era precipitata da qualche mese.

Da quel giorno la vaccinazione di massa ha cambiato tante cose: ci ha ridato alcune delle libertà sospese dal coronavirus, ha permesso di rilanciare l’economia. Ma soprattutto ha salvato, solo nel Bellunese, centinaia e centinaia di vite. Tra i primi ad essere vaccinati, infatti, ci furono i soggetti fragili e gli anziani delle case di riposo (oltre agli operatori sanitari). E in brevissimo tempo gli indici di mortalità tra queste due categorie crollarono: fu evidente allora che il vaccino funzionava. E funziona tuttora.

Da quelle prime dosi di un anno fa fu un crescendo continuo, certificato dai numeri: 370 mila dosi di vaccino anti covid somministrate in un anno, 158 mila residenti in Ulss Dolomiti con almeno una dose, un team di 100 persone al lavoro nei centri vaccinali oltre ai numerosi volontari, un territorio che ha saputo lavorare insieme per arrivare a coprire l’86% della popolazione con almeno una dose e a raggiungere con la dose booster il 64% degli eleggibili.

Ma non sono mancati momenti difficili. Dopo l’emozione della somministrazione delle prime dosi agli operatori sanitari e agli operatori e ospiti delle Rsa, la campagna di immunizzazione era partita spedita dai primi giorni del 2021,  anche grazie al lavoro della Farmacia ospedaliera nell’allestimento in sicurezza delle dosi e il ricavare fin da subito la sesta dose dal vaccino Pfizer. A marzo il primo picco di somministrazioni, come mostrano i grafici qui sotto. Ma ad aprile un primo stop, a causa della carenza nelle forniture.

All’inizio dell’estate, poi, la macchina è entrata a pieno regime, spinta anche dall’obbligo vaccinale introdotto per gli operatori della sanità dal governo Draghi. Ma assieme all’amplissimo fronte dei vaccinati, ha resistito a lungo nel tempo anche quello dei no vax, i contrari alla vaccinazione. Quelli che poi, con l’introduzione del green pass, si sono reinventati “no green pass”. Ma non tutti: i grafici infatti mostrano come, dall’introduzione della certificazione verde per il lavoro e la vita sociale, abbiano ripreso corsa anche le somministrazioni delle prime dosi.

Oggi, ad un anno di distanza dall’inizio della campagna, lo sforzo di tutti è rivolto alla cosiddetta dose “booster”, necessaria per arginare l’avanzare della contagiosissima variante Omicron. Sono oltre 71mila le terze dosi già somministrate, al 64,1% dei bellunesi eleggibili.

L’andamento delle vaccinazioni nel corso del 2021
L’andamento delle vaccinazioni suddiviso per tipologia di dose

IL COMMENTO

«I contributi alla campagna vaccinale, in questo anno, sono stati tanti: in primis i sindaci che hanno messo a disposizione spazi nei vari territori e promosso attivamente le sedute, il volontariato, ed in particolare la Protezione Civile che ha curato gli aspetti logistici dei drive in e dei centri vaccinali, Luxottica che ha attivato il Centro Vaccinale HUB di Sedico – le parole della direttrice generale dell’Ulss 1 Dolomiti, Maria Grazia Carraro, subentrata ad Adriano Rasi Caldogno lo scorso marzo -. Importanti contributi sono arrivati dalle forze dell’Ordine, che hanno supportato per mesi “scortato” i vaccini e supportato la prenotazione, dal mondo dello sport che si è fatto promotore attivo della campagna, ai vari testimonial che hanno promosso con le loro storie la vaccinazione, al mondo della scuola, al settore produttivo con Confindustria in testa».

«Una parte importante del lavoro è stata svolta dai Medici di Medicina generale, primo riferimento per gli assistiti, che in questo territorio hanno vaccinato più che altrove – prosegue Carraro -. Anche le farmacie hanno supportato la campagna.  Diverse anche le iniziative peculiari come l’analisi costante dei dati che ha permesso di potenziare l’offerta nelle zone meno vaccinate (caso Comelico), la campagna di comunicazione WpertuttiNoi, il percorso dedicato alla vaccinazione delle donne in gravidanza e allattamento e le vaccinazioni “senza ago” , richieste da persone da tutta Italia. I risultati li vediamo: rispetto allo scorso è stato possibile controllare l’epidemia , sono ridotti le persone che necessitano di ricovero e soprattutto i decessi. Non è finita: i dati dimostrano la necessità di procedere ancora più rapidamente con la terza dose e con le vaccinazioni in età pediatrica. Sul sito www.aulss1.veneto.it ci sono ampi spazi prenotabili in tutto il territorio».

(In apertura una foto del primo giorno di campagna vaccinale)

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