«Qui si rischia il dilagare dell’abusivismo». Confartigianato scrive al Prefetto

«Qui si rischia il dilagare dell’abusivismo». Confartigianato scrive al Prefetto

«La mancanza di chiarezza sta uccidendo le nostre imprese. Chi può garantire sicurezza e pieno rispetto dei protocolli sanitari venga messo nelle condizioni di riaprire subito l’attività». È la richiesta di Confartigianato Belluno, recapitata questa mattina al Prefetto di Belluno, in una lettera. Un’iniziativa che la presidente Claudia Scarzanella ha condiviso con i colleghi presidenti delle sette Confartigianato provinciali del Veneto (ognuno dei quali ha scritto alla Prefettura di riferimento territoriale), per evidenziare il problema della crescente tensione sociale alimentata dalla diffusa percezione tra i soci artigiani che le misure adottate fin qui non siano idonee a limitare lo shock economico.

«Nelle ultime settimane abbiamo condiviso la necessità di portare avanti scelte orientate alla tutela della salute e al contenimento del contagio. Oggi, però, non possiamo più nascondere le preoccupazioni relative alla sopravvivenza delle nostre attività e alla tenuta del sistema di imprese – sottolinea la presidente Scarzanella -. Le incertezze sulle modalità di riapertura della cosiddetta “fase 2” e la mancanza di un quadro preciso sui tempi di ripresa stanno ammazzando molte attività, già provate dal prolungato lockdown. E il sentimento diffuso tra i nostri associati fluttua tra lo sconforto e la tensione. Proprio per questo abbiamo deciso di scrivere al Prefetto, preoccupati che l’incertezza e la frustrazione per il prolungarsi delle chiusure, nonostante la garanzia di adeguamento ai protocolli di sicurezza, possano portare a tensioni sociali non controllabili».

La richiesta che viene avanzata dall’associazione degli artigiani è di avviare la ripartenza, con misure precise e uguali per tutti sul fronte della sicurezza sanitaria. «Nelle ultime settimane, ci siamo impegnati perché venissero predisposti i necessari protocolli e ci stiamo adoperando per la loro diffusione e applicazione, consapevoli che il periodo di convivenza con il virus impone un adeguamento delle nostre attività – continua la presidente Scarzanella -. A fronte di questo adeguamento, chiediamo l’avvio di una fase in cui chi opera in sicurezza lo possa fare immediatamente. Il pericolo, altrimenti, è il concreto dilagare di quell’abusivismo che non solo rappresenta un male per l’economia del Paese, ma che in più non garantisce nessuna sicurezza anticontagio come invece garantirebbero le nostre imprese aperte».

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