“Ripescato” l’emendamento al Decreto semplificazioni presentato dal gruppo delle autonomie (primo firmatario Gianclaudio Bressa) che prevede l’allungamento delle concessioni delle Grandi derivazioni idroelettriche ai concessionari uscenti oltre la scadenza del 2029. Già dichiarato inammissibile in prima analisi, ora il testo è invece stato inserito tra i centinaia di emendamenti che saranno discussi in aula.
«Era il timore che avevamo espresso già dopo la notizia della prima inammissibilità – commentano il senatore della Lega Paolo Saviane e l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin – perché era chiaro che dopo aver già provato ad aprile ad affossare questa conquista dell’autonomia, il governo giallorosso ci avrebbe riprovato».
L’oggetto del contendere è la regionalizzazione delle grandi concessioni idroelettriche, introdotta nel febbraio 2019 e fatta propria dalla Regione Veneto (ma anche dalla Lombardia e dal Piemonte) con apposito provvedimento. Alla scadenza delle grandi concessioni idroelettriche (per quasi tutte il termine è fissato per il 2029), gli impianti dovrebbero passare gratuitamente alle Regioni. Nel frattempo, i concessionari hanno l’obbligo di fornire gratuitamente una quota parte di energia ai territori nei quali insistono gli impianti idroelettrici. Energia che può essere monetizzata. Tradotto, alcuni milioni di euro che dovrebbero arrivare nel Bellunese. «Il 100% di quelli introitati dalla Regione – attacca Bottacin – ovvero, il primo tassello della vera autonomia». Ora si rischia di dover ripartire da capo. «Vigileremo attentamente per capire chi voterà e cosa – commentano i leghisti – e non staremo zitti. Vedremo come il Pd e tutti i partiti che in questi giorni parlano di autonomia sapranno giustificare un eventuale voto favorevole all’emendamento».
