Quattro nuovi retinografi a distanza: parte da Pieve il progetto di telemedicina

Quattro nuovi retinografi a distanza: parte da Pieve il progetto di telemedicina

Sono circa 11mila i diabetici in provincia di Belluno. Ma per molti di loro d’ora in poi non sarà più necessario recarsi a Feltre o Belluno per eseguire lo screening della retina, uno degli esami fondamentali per cogliere in tempo eventuali danni ai vasi sanguigni della parte fotosensibile dell’occhio, segni premonitori di una possibile retinopatia diabetica, la più importante causa di cecità nei soggetti in età lavorativa.

E’ partito infatti da qualche giorno la teleoculistica: il primo step del progetto di telemedicina che nelle intenzioni di Ulss 1 e Provincia dovrebbe rafforzare la rete dell’assistenza territoriale, integrando prestazioni socio – sanitarie e ospedaliere, di fatto avvicinando paziente e medico mediante l’uso della tecnologia. Un progetto da un milione e 600mila euro (dei quali più di un milione e 100mila a carico del Fondo per i Comuni confinanti) che coinvolgerà, da qui ai prossimi anni, moltissime specialità: reumatologia, nefrologia, malattie infettive, neurologia, cardiologia, geriatria, nefrologia, oculistica, ginecologia, fisiatria, radiologia, anestesia, diabetologia, medicina.

Si comincia con l’oculistica, quindi. L’Usl 1 ha acquistato 4 nuovi retinografi, installati nei 4 Cad (i centri anti diabete) di Agordo, Belluno, Feltre e Pieve di Cadore, per una spesa totale di 84mila euro. E proprio nell’ospedale cadorino intitolato a Giovanni Paolo II ieri il direttore generale dell’azienda sanitaria, Maria Grazia Carraro, ha inaugurato il primo dei 4 strumenti, già operativo dal 27 ottobre scorso.

«Grazie a questo strumento, collegato direttamente con le unità di oculistica di Belluno e Feltre i pazienti non saranno più obbligati a raggiungere gli ospedali maggiori per fare questo esame biennale. Lo potranno fare direttamente durante la visita nel centro antidiabetico più vicino. L’esame sarà inviato direttamente all’oculista che lo esaminerà e in caso di problematiche prenderà in carico il paziente per gli accertamenti necessari». Sono già 18 gli esami della retina effettuati a Pieve con la nuova modalità e la stima è di coinvolgere 300 pazienti.

«Ma saranno migliaia, in tutta la provincia, le persone con diabete di tipo 1 e 2 che potranno usufruire di questa nuova tecnologia – aggiunge Carraro -. Una platea vasta. Questo è solo il primo, piccolo esempio delle possibili applicazioni della telemedicina, con la quale andremo incontro al malato, ma anche agli accompagnatori e alle famiglie, riducendo distanze e tempi. Un cambio di prospettiva e una prima risposta concreta ai problemi della sanità in montagna: la tecnologia ci consente di andare oltre le difficoltà legate all’orografia del territorio». Garantendo, al contempo, la qualità del servizio, come ricorda Raffaele Zanella, direttore medico dell’Usl1 Dolomiti: «Con questi nuovi strumenti potremo avere le stesse risposte dallo stesso specialista, colmando il gap tra ospedali hub e spoke».

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