Quasi 25mila tra cervi e caprioli: la Provincia fa il punto con le Riserve

Quasi 25mila tra cervi e caprioli: la Provincia fa il punto con le Riserve

È sempre più stretta la collaborazione tra Provincia e Riserve alpine di caccia. Il lavoro di squadra è stato ribadito nei giorni scorsi, in un incontro a Villa Patt a cui hanno partecipato presidenti e delegati di tutte le Riserve bellunesi. La riunione è stata anche l’occasione per fare il punto sulla stagione venatoria appena conclusa, oltre che per un aggiornamento sul lupo con il professor Marco Apollonio, docente di medicina veterinaria all’Università di Sassari e tra i maggiori esperti del tema, che sta seguendo un interessante monitoraggio dell’interazione camoscio-lupo sul Monte Grappa. Apollonio, che da tempo collabora con la Provincia di Belluno, si è collegato per intervenire in videochiamata alla riunione.

L’ATTIVITÀ DELLE RAC

«Le Riserve alpine di caccia rappresentano uno strumento imprescindibile di gestione del territorio e insieme un aiuto fondamentale per i nostri tecnici» ha detto il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. «L’attività portata avanti dai cacciatori per i censimenti faunistici degli ungulati e per il piano di controllo del cinghiale è molto importante e senza il contributo delle Riserve sarebbe impossibile da svolgere».

Le Rac infatti si occupano di censire insieme ai tecnici della Provincia e alla Polizia Provinciale le popolazioni di ungulati: in particolare intervengono per la raccolta dati, con diverse uscite sul territorio insieme alle guardie di Palazzo Piloni. E poi monitorano i piani di abbattimento e comunicano prontamente i numeri alla Provincia.

I DATI

Gli ultimi censimenti effettuati congiuntamente con le Rac rilevano una popolazione di 12.120 cervi (3.467 quelli abbattibili, secondo il piano di prelievo), 12.511 caprioli (1.814 abbattibili da piano di prelievo), 7.435 camosci, 1.300 mufloni, oltre 4.000 lepri, e 1.274 fagiani di monte (galli forcelli).

«È chiaro che alla gestione del territorio serve un lavoro di squadra in cui ognuno fa la sua parte» ha concluso il presidente Padrin. «E l’apporto che è in grado di garantire il mondo venatorio, sempre più costituito di figure specializzate, è qualificante e fondamentale».

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