Primavera top per il miele bellunese: i primi dati nella Giornata Mondiale delle api

Primavera top per il miele bellunese: i primi dati nella Giornata Mondiale delle api

La primavera soleggiata sta regalando un’ottima produzione di miele. Tra le Dolomiti la quantità è sicuramente migliore rispetto allo scorso anno. La qualità, invece, non cambia: il prodotto delle api bellunesi è Dop da qualche anno. E proprio le api festeggiano oggi la loro Giornata Mondiale, indetta dall’Onu. Come? Con differenze anche vistose sul territorio regionale, perché in pianura le brinate di marzo hanno provocato diversi danni. Non così nel Bellunese, dove il letargo invernale dura sempre qualche settimana in più, perlomeno fino all’inizio di aprile.

«Sul territorio regionale gli apicoltori rilevano una situazione a macchia di leopardo – spiega Coldiretti Veneto – con un calo di produzione in alcune zone, ma anche di ripresa positiva rispetto all’anno scorso». È il caso proprio del Bellunese, dove le fioriture ampie e abbondanti di aprile e inizio maggio, praticamente mai funestate dalla pioggia, hanno regalato banchetti da favola alle api. In media una singola ape visita circa 7.000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. Gli apicoltori delle Dolomiti quindi sperano nel bel tempo da qui a giugno, soprattutto per le ultime fioriture dell’acacia e per le prime fioriture di tiglio.

L’attenzione all’insetto utile per la natura e l’uomo (3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api) è dimostrato da iniziative locali anche bellunesi promosse dalle amministrazioni comunali come a Cesiomaggiore o a Limana “Paese del miele”. Tante altre sostengono invece la coltivazione della facelia, la pianta salva api dall’ottima produzione mellifera. «Un’idea che è diventata esperienza pilota – commenta Chiara Bortolas responsabile regionale di Donne Impresa –. Tanto che ci sono esempi in ogni provincia dove proprio la presenza delle imprenditrici agricole di Coldiretti è strategica in questo senso. La distesa viola della facelia cattura l’attenzione ed è motivo anche di indotto turistico e attenzione alla biodiversità».

Coldiretti lancia anche l’appello: a comprare e consumare miele locale, bellunese. Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. «Il miele prodotto sul territorio nazionale, dove lo ricordo non sono ammesse coltivazioni Ogm, a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina, è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti – ricorda Alessandro De Rocco, presidente provinciale Coldiretti -. La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale».

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