Presidio ambientalista contro il bob: una cinquantina di attivisti dal nord Italia

Presidio ambientalista contro il bob: una cinquantina di attivisti dal nord Italia

Il motto deceubertiano è “l’importante è partecipare”. E gli ambientalisti lo hanno preso alla lettera. Le “loro” Olimpiadi sono cominciate ieri (lunedì 19 febbraio), due anni scarsi prima dell’avvio dei Giochi Milano Cortina 2026. Perché le loro Olimpiadi non sono fatte di gare sportive, ma di manifestazioni per dire no ai “Giochi del cemento”. Questo il messaggio che si leggeva ieri su uno dei cartelli portati ai margini del cantiere della pista da bob da parte dei manifestanti. Una cinquantina di persone, provenienti da tutto il nord Italia, che si battono contro le infrastrutture olimpiche e che da ieri sono in presidio davanti al vecchio bob bar di Cortina. 

Ieri infatti sono stati consegnati i lavori alla Pizzarotti e sarebbe dovuto iniziare il cantiere per la realizzazione dello Sliding Centre, l’impianto di bob, skeleton e slittino per Milano Cortina 2026, da circa 100 milioni di euro. Non si sono visti però né operai né mezzi. Tra le operazioni più contestate, l’abbattimento di una serie di larici che dovranno lasciar posto alla pista da bob.

Gli attivisti, con tutte le associazioni ambientaliste rappresentate, hanno dato avvio al presidio con striscioni e l’alternanza di voci al megafono. Durante la manifestazione è stato più volte condannato lo «spreco di risorse pubbliche per una pista che anche il Cio ha dichiarato non necessaria».

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